Gli Usa chiedono “chiarimenti” sulla portaerei cinese
di Joseph Yun Li-sun
Washington interroga Pechino sul varo della “Varyag”, la prima portaerei con la bandiera rossa. Ma una fonte di AsiaNews in Corea sottolinea che questa “è stata messa in mare perché l’America ha tagliato il budget per la Difesa. E questo mette a rischio tutti noi, ma soprattutto Taiwan”.
Seoul (AsiaNews) – Gli Stati Uniti “fanno bene a chiedere alla Cina chiarimenti riguardo la nuova portaerei. Ma questa è stata messa in mare anche perché Washington ha tagliato i fondi destinati alla Difesa: Pechino non aspettava altro”. Lo dice ad AsiaNews una fonte vicina al governo coreano, che aggiunge: “Noi non siamo molto preoccupati della Cina, Pyongyang è molto peggio. Ci dispiace per Taiwan”.
Il riferimento è all’ex Formosa, isola che dal 1949 è indipendente de facto dal governo centrale cinese. Dopo aver vinto la guerra civile, i comunisti hanno sempre detto di volersi riprendere la sovranità su Taiwan; questa fino ad oggi ha resistito alle pressioni anche militari della Cina soltanto grazie agli aiuti militari degli Stati Uniti. Aiuti che i nuovi tagli hanno ridotto in maniera considerevole.
In ogni caso, anche per salvare la faccia, Washington ha chiesto questo mattina alla Cina maggiore chiarezza riguardo alla sua prima portaerei, la “Varyag”. Questa, ribattezzata Shi Lang, è in grado di trasportare 26 aerei e 24 elicotteri: secondo le autorità cinesi dovrebbe essere formalmente impiegata per la ricerca scientifica, l’esplorazione e l'addestramento. Eppure è equipaggiata con diversi sistemi d’arma e missilistici
“Vogliamo vedere una maggiore trasparenza. Accoglieremmo qualsiasi tipo di spiegazione che la Cina volesse dare riguardo il suo aver bisogno di un tale tipo di equipaggiamento”, ha dichiarato Victoria Nuland, portavoce del dipartimento di Stato Usa. “Ciò fa parte di una preoccupazione di più ampia portata sul fatto che la Cina non sia trasparente come gli altri Paesi. [...] Non è trasparente come gli Usa riguardo i suoi acquisti militari, e le sue spese per il settore militare. E ciò desta inquietudine”.
La fonte di AsiaNews sottolinea: “Pechino non fornisce mai spiegazioni su quanto e come spende per l’esercito. Eppure è una minaccia in crescita continua. Gli Stati Uniti hanno tagliato circa 800 miliardi di dollari dal loro budget militare, e questo non segna soltanto la fine della loro egemonia sul Pacifico: mette a rischio l’indipendenza di Taiwan e la pace nei nostri mari”.
Il riferimento è all’ex Formosa, isola che dal 1949 è indipendente de facto dal governo centrale cinese. Dopo aver vinto la guerra civile, i comunisti hanno sempre detto di volersi riprendere la sovranità su Taiwan; questa fino ad oggi ha resistito alle pressioni anche militari della Cina soltanto grazie agli aiuti militari degli Stati Uniti. Aiuti che i nuovi tagli hanno ridotto in maniera considerevole.
In ogni caso, anche per salvare la faccia, Washington ha chiesto questo mattina alla Cina maggiore chiarezza riguardo alla sua prima portaerei, la “Varyag”. Questa, ribattezzata Shi Lang, è in grado di trasportare 26 aerei e 24 elicotteri: secondo le autorità cinesi dovrebbe essere formalmente impiegata per la ricerca scientifica, l’esplorazione e l'addestramento. Eppure è equipaggiata con diversi sistemi d’arma e missilistici
“Vogliamo vedere una maggiore trasparenza. Accoglieremmo qualsiasi tipo di spiegazione che la Cina volesse dare riguardo il suo aver bisogno di un tale tipo di equipaggiamento”, ha dichiarato Victoria Nuland, portavoce del dipartimento di Stato Usa. “Ciò fa parte di una preoccupazione di più ampia portata sul fatto che la Cina non sia trasparente come gli altri Paesi. [...] Non è trasparente come gli Usa riguardo i suoi acquisti militari, e le sue spese per il settore militare. E ciò desta inquietudine”.
La fonte di AsiaNews sottolinea: “Pechino non fornisce mai spiegazioni su quanto e come spende per l’esercito. Eppure è una minaccia in crescita continua. Gli Stati Uniti hanno tagliato circa 800 miliardi di dollari dal loro budget militare, e questo non segna soltanto la fine della loro egemonia sul Pacifico: mette a rischio l’indipendenza di Taiwan e la pace nei nostri mari”.
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