11/05/2011, 00.00
CINA - STATI UNITI
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Gli Stati Uniti fanno ottimi accordi con la Cina violatrice di diritti

Duro attacco di Hillary Clinton contro la “antistorica” leadership cinese per le violazioni dei diritti umani. Ma Washington non fa richieste concrete e firma un accordo per la cooperazione nel commercio e negli investimenti. In Cina continua la corsa dell’inflazione.

Washington (AsiaNews/Agenzie) – Il Segretario di Stato Usa Hillary Clinton definisce “deplorevole” e “sciocca” la repressione dei diritti umani e del dissenso in atto in Cina e dice che i leader cinesi agiscono in modo “antistorico”. Intanto i 2 giorni di Dialogo Strategico ed Economico Usa-Cina a Washington si sono conclusi ieri con importanti intese economiche, con piena soddisfazione di entrambe le parti.

Nei 2 giorni di colloqui la Clinton ha ribadito le critiche Usa per la persecuzione contro i diritti umani in atto in Cina da metà febbraio, con decine di democratici e difensori dei diritti umani arrestati o “scomparsi”, per prevenire proteste stile Rivoluzione dei gelsomini. Ma le critiche più dure ha preferito svolgerle in un’intervista rilasciata al noto giornalista Jeffrey Goldberg, pubblicata proprio ieri, nella quale dichiara che i leader cinesi “hanno paura e cercano di fermare il corso della storia, cosa che è un progetto sciocco”. La Clinton ha comunque ribadito che gli Usa cercano la cooperazione con la Cina, perché “noi viviamo in  un mondo concreto”.

Pechino, in genere molto rigida a fronte di simili critiche, questa volta ha risposto in tono conciliante. Zhang Zhijun, dirigente del ministero degli Esteri, ha detto che Pechino ha compiuto un “notevole progresso” dall’instaurazione dello Stato comunista nel 1949 e ha ribadito in conferenza stampa a Washington che il governo cinese “protegge e sostiene i diritti umani e assicurerà e proteggerà la libertà religiosa della popolazione in accordo con la legge”.

Ma la maggior attenzione è per l’accordo di massima, raggiunto dal Segretario Usa al Tesoro Timothy Geithner e dal vicepremier cinese Wang Qishan, per la cooperazione nel commercio e negli investimenti. La Cina ha interesse alla avanzata tecnologia Usa e a una maggior apertura di questo mercato agli investimenti delle proprie ditte, spesso tagliate fuori per ragioni “di sicurezza”. Per esempio la Huawei, leader cinese per la telefonia mobile, non ha potuto acquistare ditte Usa, né vendere propri prodotti al provider statunitense Sprint Nextel. In cambio Washington continua a premere per una rivalutazione dello yuan, al fine di diminuire il valore reale del debito pubblico Usa verso Pechino e per difendere la produzione manifatturiera dalla concorrenza cinese. Inoltre gli Usa chiedono a loro volta maggior accesso al vasto mercato cinese e la tutela della proprietà intellettuale.

Entrambi gli Stati hanno grandi problemi economici da risolvere. La Cina deve proseguire lo sviluppo frenando la rapida inflazione, che ad aprile è stata del 5,3% su base annua, appena inferiore al record di marzo del 5,4%. I prezzi alimentari sono cresciuti dell’11,2% ad aprile (+11,7% a marzo).

Gli Stati Uniti devono rilanciare l’occupazione e contenere l’elevato debito pubblico, che rischia di svilire il valore del dollaro e dei titoli di Stato, in massima parte tenuti nelle mani dei cinesi. Allo stesso tempo, gli Usa devono contrastare la concorrenza dei prodotti cinesi e riequilibrare la bilancia commerciale verso Pechino.

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