Giunta birmana: i complotti internazionali sono “più gravi del ciclone”
È l’avvertimento lanciato dall’organo di stampa del regime, mentre nei villaggi del delta dell’Irrawaddy i cadaveri ancora galleggiano nei fiumi e i militari spiegano ai superstiti che per la ricostruzione dovranno fare “tutto da soli”. Forse Ban Ki-moon incontrerà Than Shwe.
Yangon (AsiaNews) – Per la giunta birmana la “tempesta di complotti e intrighi” che sta affrontando il Paese è “molto più grave del ciclone Nargis”. Lo scrive oggi il quotidiano di Stato New Light of Myanmar, in un articolo in cui si ribadisce il rifiuto degli aiuti navali Usa. L’avvertimento espresso sul giornale del regime si riferisce alle accuse mosse dalla comunità internazionale di non rispondere in modo adeguato ai bisogni della popolazione. Si tratta, spiega il quotidiano, solo di “insinuazioni create ad arte da certi Paesi stranieri e dai traditori nazionali”.
Nel ringraziare, invece, per i soccorsi mandati via aerea da Washington, il giornale del regime assicura di condurre con “un certo grado di successo” le operazioni di soccorso e ricostruzione.
Ma testimonianze dai luoghi della devastazione, come Laputta, raccontano di una situazione “in peggioramento”, soprattutto nei villaggi più lontani dalle città. “Ogni tanto – riferiscono alcuni operatori umanitari in un documento della Lega nazionale per la democrazia (Lnd) – ai campi sfollati arriva il comandante regionale dei soccorsi, che mostra agli stranieri come procedono gli aiuti. In realtà nessuno ha ancora raggiunto le zone rurali più colpite dal ciclone. Le autorità militari dicono ai superstiti che gli aiuti governativi sono solo temporanei e ognuno dovrà ricostruirsi da solo ciò che ha perduto, ripulire le strade e rimettere in piedi la propria attività”. “In questi villaggi – continua la testimonianza – gli abitanti non hanno cremato i cadaveri delle vittime, che ancora galleggiano nelle acque di fiumi o ruscelli”. Il bilancio ufficiale dei morti e dispersi nel ciclone è di 133mila persone.
Intanto oggi è partito per il Myanmar il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon. L’obiettivo è tentare di convincere il governo militare a permettere maggiori aiuti esteri. Secondo l’inviato Onu John Holmes, Ban incontrerà il leader della giunta Than Shwe venerdì, probabilmente a Naypyidaw, la nuova capitale.
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