Giudici di Mumbai: il feto è un essere umano a tutti gli effetti
di Nirmala Carvalho
La Commissione dello Stato occidentale del Maharashtra si è pronunciata a favore di una donna che ha citato l’assicurazione del marito, che rifiutava di pagare l’indennizzo per il suo nipote non nato, vittima di un incidente stradale.
Mumbai (AsiaNews) – Con una decisione senza precedenti, la Commissione dello Stato occidentale del Maharashtra ha riconosciuto che il feto è da considerarsi essere umano a tutti gli effetti, con gli stessi diritti di un normale cittadino. I giudici si sono pronunciati in questo senso nel corso del processo fra Kanta Kotecha e la United India Insurance. La prima è la vedova di Mohanlal, che prima di morire in un incidente stradale aveva stipulato un’assicurazione con la multinazionale.
Kanta, beneficiaria del rimborso, ha citato in giudizio gli assicuratori che avevano accettato di pagare la somma prevista per la morte del marito, del figlio e della moglie di quest’ultimo – al settimo mese di gravidanza – ma non per il feto perito nell’incidente.
Prima di giungere alla Commissione, il caso era stato ascoltato dai giudici del distretto di Yavatmal, che si erano pronunciati a favore della compagnia assicurativa. Kanta però, per rispetto al nipote non nato, ha deciso di andare avanti nella battaglia legale.
Una volta chiamata in causa, la Commissione del Maharashtra ha dichiarato di voler considerare la legge americana sulle vittime non nate di atti di violenza, approvata dal Congresso Usa nel 2004, perché “la giurisprudenza non può e non deve rimanere materia statica”. I giudici statali, inoltre, hanno deciso di prendere come parametro il dato scientifico secondo cui, dalla 13esima alla 27esima settimana di gravidanza, l’embrione diviene feto e quindi evolve fino a divenire una forma umana riconoscibile. Quindi, nel caso in questione ha stabilito che il bambino non nato è da considerarsi vittima e quindi la sua famiglia ha diritto al risarcimento.
Per il dr. Pascoal, membro della Commissione diocesana per la vita di Mumbai, “questa decisione entra a buon diritto nel novero di quei pronunciamenti che faranno storia. E’ un atto a difesa della vita e riconosce il valore della vita umana, anche se si trova ancora chiusa nel grembo materno”.
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