Giudice della Corte suprema nepalese freddato a colpi di pistola
Kathmandu (AsiaNews) - Cresce il timore di attacchi contro politici e funzionari dello Stato accusati di mantenere il Paese nel caos e senza una Costituzione. Ieri, Rana Bahadur Bom, giudice della Corte suprema, è stato freddato a colpi di pistola da due uomini a bordo di una motocicletta nei pressi del fiume Bagmati (Lalitpur, Kathmandu) mentre si dirigeva in auto verso casa. Nell'agguato sono rimasti feriti la sua guardia del corpo e un amico.
Secondo la polizia i due killer sono membri del Nepalbad Party, movimento estremista guidato da certo Amar Lama Nepal. In questi giorni il gruppo ha diffuso volantini che invitano il popolo nepalese a colpire politici, giudici e funzionari statali, considerati i principali responsabili dell'attuale caos istituzionale, economico e sociale.
Bom era sotto processo per corruzione, ma a causa dello scioglimento dell'Assemblea costituente tutti i procedimenti contro di lui sono stati congelati. Lo scorso 30 maggio un altro funzionario statale, Sures Yadav responsabile delle ferrovie, è stato assassinato.
Baburam Bhattarai, Primo ministro nepalese, ha affermato che "questo è un deliberato attacco contro lo Stato" e ha assicurato che il governo farà di tutto per proteggere i suoi funzionari.
Lo scorso 28 maggio, l'Assemblea costituente eletta nel 2008 si è sciolta per una diatriba fra partiti riguardante la scrittura della nuova costituzione, che a tutt'oggi resta solo una bozza. Da diversi giorni centinaia di manifestanti stazionano davanti ai palazzi delle istituzioni per protestare contro la classe politica, accusata di guardare solo ai propri interessi e non a quelli della popolazione. Le autorità temono nuovi attacchi contro persone ed edifici legati al potere politico. Per evitare tumulti e proteste, le autorità hanno dispiegato migliaia fra poliziotti e soldati nelle principali città del Paese.
Oggi, migliaia di nepalesi sono scesi in piazza per commemorare l'11mo anniversario del massacro del palazzo reale. Il 1°giugno del 2001 nove membri della famiglia regnante, tra cui il re Birendra Shah e sua moglie Aishwarya vengono freddati a colpi di fucile dal figlio e principe ereditario Pirendra. A tutt'oggi persistono ombre sul caso, che secondo gli esperti non sarebbe il gesto di un folle, ma una vera e propria esecuzione per eliminare l'intera famiglia reale. Dopo il massacro, il Paese, già da diversi anni preda della guerra civile fra monarchia indù e maoisti, piomba nel caos, consentendo alle armate maoiste di rovesciare la monarchia indù nel 2007 e proclamare lo Stato laico nel 2008. Tuttavia, con il fallimento della costituzione, in diversi ripiangono il defunto re.