Giro del mondo a vela con una barca di juta e fibre di vetro costruita in Bangladesh
di William Gomes
È l’iniziativa lanciata da un giovane velista francese di 26 anni. Partito da Savar, raggiungerà le coste transalpine dopo sei mesi di navigazione. Il veliero progettato in Francia e realizzato nel Paese asiatico, è inaffondabile. Una missione “scientifica e umanitaria” per valorizzare una tradizionale risorsa locale.
Dhaka (AsiaNews) – Dal Bangladesh alla Francia via mare, in un’avventura di natura “scientifica e umanitaria” fuori dal comune. È l’iniziativa lanciata da un giovane ingegnere e velista francese, Corentin de Chatelperron di 26 anni, partito il 13 febbraio da Savar, upazila del distretto di Dhaka, 24 km a nord-ovest della capitale. La mèta finale saranno le coste francesi, dopo un viaggio di sei mesi che attraverserà l’Oceano indiano, il Mar Rosso e il Mediterraneo. Un’avventura storica per il Bangladesh, visto che l’imbarcazione è di produzione locale, con la collaborazione di esperti nautici transalpini.
Il velista ha iniziato il suo viaggio da Savar (nella foto) e, lungo le acque del fiume Bongsi, raggiungerà Kuakata, dove l’imbarcazione si tufferà in mare. Attraversata la baia del Bengala, essa punterà verso lo Sri Lanka, quindi l’Oman, l’Egitto e, a conclusione di sei mesi di navigazione, toccherà le coste francesi, la sua terra d’origine. Il vero motivo d’orgoglio per i bangladeshi, tuttavia, è che il giovane ingegnere transalpino navigherà a bordo di un mezzo costruito in Bangladesh. Si tratta di un piccolo veliero in fibra di vetro e iuta, secondo un progetto realizzato dal disegnatore francese Mark Van Peteghem con la collaborazione di Bengal Jute Industries e il contributo di un ingegnere locale, Abul Khaer.
L’imbarcazione è stata allestita nei cantieri navali Tara Tari, di proprietà di Yves Marre, che spiega ad AsiaNews i dettagli tecnici: “La barca è composta da un 60% in fibre di vetro – sottolinea – e da un 40% in iuta, che le garantisce la tenuta in acqua. È dotata di un motore, ma la navigazione si basa soprattutto sulla vela. È sicura al 100%”. Il costo dell’imbarcazione è di circa 350mila taka (poco più di 3500 euro).
In passato la Tara Tari ha realizzato il più grande ospedale galleggiante al mondo, con una lunghezza di 45 metri, sei reparti letto, una macchina a raggi X, una struttura per piccole operazioni chirurgiche, una sala di ostetricia, ginecologia e uno studio dentistico: un mezzo per portare soccorso e intervento in diverse zone del Bangladesh, soprattutto nelle aree più povere.
Alla partenza, Corentin de Chatelperron ha spiegato di avere a disposizione, nei sei mesi di navigazione, un computer portatile, telefono cellulare, camera digitale, cibo e medicine. Egli non è nuovo ad avventure in solitaria ed elogia le caratteristiche del mezzo: “è inaffondabile – rivela – e se è investito da un’onda è in grado di girarsi automaticamente”. Il navigatore francese conta di “dimostrare la validità di queste fibre di iuta, che per secoli sono state la risorsa principale di questo Paese”.
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