Giovani tamil di Mannar e Jaffna: viviamo ancora nella paura
“Se davvero il conflitto è finito come afferma il governo – proseguono alcuni ragazzi – perché continuano a ispezionare alcune zone, a fare irruzione nelle case dei tamil senza preavviso e senza dare alcuna spiegazione?”.
In molti casi, il governo sequestra le terre in quanto High Security Zones (Hsz), offrendo delle sistemazioni alternative alle famiglie che vi abitano. È il caso degli abitanti del villaggio cattolico di Mullikkulam: “Circa 250 famiglie, originarie di quel villaggio – racconta un giovane – da tempo vivono sparse per il distretto. Erano pescatori, contadini, allevatori e famiglie benestanti. Conducono una vita nomade ma non vogliono accettare ‘alternative’: sono determinate a tornare nelle proprie terre”. Fonti non ufficiali riferiscono che il governo vorrebbe costruire una base navale proprio nel villaggio di Mullikkulam.
Un’altra questione importante è l’assenza di un programma di assistenza efficace per le vedove di guerra e i loro figli. “La carità quotidiana – sottolinea un ragazzo – non può essere una soluzione”.
I giovani lanciano un ultimo appello: “Fino a quando non sentiremo di vivere le nostre giornate in libertà, senza alcuna restrizione, come ci ricordano i nostri genitori nei loro racconti, non possiamo dire di star bene. Ciò che dovremmo sentire è che siamo davvero parte di questa società”.