Giovani coreani e giapponesi "uniti in Cristo" di fronte a terremoti e tsunami
Osaka (AsiaNews) - I disastri naturali "aiutano le persone a sentirsi più vicine, a creare legami più stretti. Io penso che Dio voglia ricreare un senso di unione nell'umanità intera, quell'unità che stiamo perdendo a causa di una società mondiale sempre più competitiva. Grazie per essere venuti qui a testimoniare unità". Lo ha detto il vescovo ausiliare di Osaka, mons. Michele Matsuura Goro, a un gruppo di giovani sudcoreani ospiti della sua diocesi. I disastri a cui il vescovo s riferisce sono il terremoto di Kobe, del 1995, e il sisma e tsunami dello scorso anno.
L'iniziativa fa parte del 18esimo Incontro di scambio sino-coreano, un'esperienza che le due Chiese cercano di rafforzare anno dopo anno. Il tema scelto per il 2012 è appunto "Kizuna", che in giapponese significa "legame di solidarietà". Accompagnati da p. Damiano Park Myoung-gee, segretario della Commissione episcopale per i giovani, e da p. Pietro Kim Seok-ju, incaricato della pastorale giovanile nella diocesi di Cheju, 20 ragazzi coreani hanno trascorso una settimana in Giappone.
Accolti da una festa nella parrocchia di Umeda, i partecipanti sono stati ospitati da famiglie cattoliche giapponesi, che si sono impegnate per fargli vivere le esperienze più significative della zona: gite, incontri, spettacoli ma anche celebrazioni eucaristiche e visite religiose. In modo particolare, il gruppo ha visitato la parrocchia Takatori di Nara, nota per l'impegno a favore dei sopravvissuti dopo il terremoto di Kobe ("il Grande Hanshin").
Alla giornata conclusiva, il vescovo ausiliare di Osaka ha incontrato gli ospiti e ha tenuto un discorso: "Dal terremoto allo tsunami, dallo Sri Lanka al Giappone, le persone che si trovano in mezzo ai disastri naturali scoprono nuovi e più forti legami. Riscoprono la solidarietà insegnata da Cristo. La piena comunione che c'è fra di noi è un dono di Dio, che vuole farci riscoprire i suoi doni".