Giornata mondiale della lebbra: governi e comunità internazionale non abbandonino i malati
Il presidente del pontificio Consiglio della pastorale per gli operatori sanitari, mons. Zygmunt Zimowski, in un messaggio ricorda che “è necessario appoggiare la libera distribuzione delle medicine e delle terapie necessarie; e inoltre bisogna fare in modo che la diagnosi sia tempestiva, e che la terapia venga applicata con costanza”.
Città del Vaticano (AsiaNews) – L’arcivescovo Zygmunt Zimowski, presidente del pontificio Consiglio della pastorale per gli operatori sanitari ha scritto un messaggio in occasione della 59ma giornata mondiale di lotta alla lebbra. Il messaggio si intitola “Nella lotta contro la malattia di Hansen è necessario l’impegno di tutti gli uomini di buona volontà”. La giornata si celebra domani domenica 29 gennaio.
“Il micro batterio della lebbra non è stato ancora sradicato, anche se il numero ufficiale di nuovo casi è in continuo calo e al momento attuale sono circa duecentomila, secondo le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità”, scrive l’arcivescovo. E’ necessario appoggiare la libera distribuzione delle medicine e delle terapie necessarie; e inoltre bisogna fare in modo che la diagnosi sia tempestiva, e che la terapia venga applicata con costanza. “E' poi di importanza fondamentale il lavoro di sensibilizzazione verso le comunità e le famiglie che corrono il rischio di contagio”.
Il presidente del pontificio Consiglio ricorda che le istituzioni della Chiesa e le organizzazioni volontarie, fra cui la Fondazione Raoul Follerau e i Cavalieri di Malta nella loro opera di aiuto e prevenzione cercano di esprimere l’amore di Dio. Il loro lavoro però “non libera i governi e le organizzazioni internazionali dall’aumentare la loro attenzione per combattere la diffusione della lebbra, o dalle loro responsabilità per quanto riguarda la prevenzione in termini di educazione, di igiene e di cura, e per riammissione nella società delle persone che sono state curate”.
“Il micro batterio della lebbra non è stato ancora sradicato, anche se il numero ufficiale di nuovo casi è in continuo calo e al momento attuale sono circa duecentomila, secondo le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità”, scrive l’arcivescovo. E’ necessario appoggiare la libera distribuzione delle medicine e delle terapie necessarie; e inoltre bisogna fare in modo che la diagnosi sia tempestiva, e che la terapia venga applicata con costanza. “E' poi di importanza fondamentale il lavoro di sensibilizzazione verso le comunità e le famiglie che corrono il rischio di contagio”.
Il presidente del pontificio Consiglio ricorda che le istituzioni della Chiesa e le organizzazioni volontarie, fra cui la Fondazione Raoul Follerau e i Cavalieri di Malta nella loro opera di aiuto e prevenzione cercano di esprimere l’amore di Dio. Il loro lavoro però “non libera i governi e le organizzazioni internazionali dall’aumentare la loro attenzione per combattere la diffusione della lebbra, o dalle loro responsabilità per quanto riguarda la prevenzione in termini di educazione, di igiene e di cura, e per riammissione nella società delle persone che sono state curate”.
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31/01/2021 12:36
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