22/10/2022, 12.00
ECCLESIA IN ASIA
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Giornata missionaria: lo sguardo dell’India

di p. Ambrose Pitchaimuthu

In tutto il mondo la Chiesa celebra la domenica che mette al centro l’annuncio del Vangelo a chi ancora non ha conosciuto Gesù. La riflessione del direttore delle Pontificie Opere Missionarie indiane: “Quale conversione missionaria oggi tra le ferite dei nostri scandali e l’ostilità dei fondamentalisti?”.

New Delhi (AsiaNews) – Domenica 23 ottobre si celebra nelle Chiese di tutto il mondo la Giornata missionaria mondiale. Si intitola «Di me sarete testimoni» (At 1,8) il messaggio diffuso da papa Francesco per questo appuntamento, che chiama in causa in prima persona anche le Chiese dell’Asia. Secondo i dati del Dossier statistico diffusi come ogni anno dall’Agenzia Fides alla vigilia della Giornata missionaria l’Asia si conferma di gran lunga il continente con la percentuale più bassa di cattolici: 151.867.000 su 4,45 miliardi di abitanti, vale a dire appena il 3,34% della popolazione. Ma è interessante che l’Asia un numero molto alto numero di preti in rapporto agli abitanti: nel continente c’è un sacerdote ogni 2.138 cattolici, solo in Europa ce n’è ancora di più (uno ogni 1.746 cattolici) ma con una età media molto più alta.

Anche sulla base di questo le Chiese dell’Asia si interrogano su come rilanciare la propria testimonianza missionaria. In questo senso proponiamo qui sotto una riflessione inviataci in occasione della Giornata missionaria mondiale da p. Ambrose Pitchaimuthu, direttore delle Pontificie Opere Missionarie in India. Un testo su che cosa voglia dire oggi per le Chiese indiane - alle prese con l’intolleranza del fondamentalismo indù a ogni forma di testimonianza cristiana ma anche con alcune sfide tutte interne alla comunità cristiana - vivere davvero porsi nella prospettiva di una conversione missionaria.

La Chiesa esiste finché esiste la missione.  La Chiesa è chiamata a essere una continuazione della missione del Signore Gesù Cristo. Il grande mandato che il Risorto affida ai suoi discepoli "Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli" (Mt 28,19) è un elemento fondamentale, vitale e perenne della Chiesa.

Nell'Evangelii Gaudium Papa Francesco rivoluziona la visione della missione, sottolineando che ciascuno di noi non solo “ha” una missione, ma è una missione.  Il Santo Padre sposta l'attenzione dalla funzionalità (fare) all'ontologia (essere) di un cristiano.

Comprendiamo, dunque, che la missione della Chiesa è rispondere alle realtà della vita con la gioia del Vangelo, attraverso il dialogo e le opere di misericordia, in modo da costruire il regno di Dio.

Le sfide che la Chiesa in India oggi si trova ad affrontare sono interne ed esterne e questo chiama in causa anche la missione.

Le sfide interne:

- Mancanza di modelli missionari: i fedeli a volte non vedono modelli credibili tra i sacerdoti e le persone consacrate che possano sfidarli e ispirarli a proclamare la gioia del Vangelo gli uni con gli altri.  I recenti scandali in alcune parti del nostro Paese hanno terribilmente offuscato l'immagine della Chiesa in India, soprattutto per le persone di altre fedi che potrebbero già considerare la sua missione come qualcosa di sospetto.

- Scandalosa commercializzazione delle nostre istituzioni: c'è un'erosione di credibilità tra alcuni sacerdoti e persone consacrate perché alcune delle nostre istituzioni (educative, mediche, ecc.) possono sembrare imprese per fare soldi e cercare l'eccellenza accademica a scapito dei valori cristiani.  Inavvertitamente o meno, anche alcune istituzioni cristiane rimangono invischiate in uno scenario di competizione, in cui conta solo il successo e non i mezzi.

- Le ferite del passato: alcune ferite come le discriminazioni sulla base delle caste, il tribalismo, la distinzione tra razze, la supremazia dei riti (anche tra tradizioni cristiane), creano una sorta di blocco mentale per chi è in ricerca di Cristo e per chi ci guarda dall’esterno, rendendo il nostro approccio alla propagazione della fede come qualcosa animato dalle stesse intenzioni. Questo ha effetti negativi, fino al sospetto di malafede, durante i nostri programmi di sensibilizzazione.

Le sfide esterne:

- Persecuzione della minoranza cristiana: i crescenti episodi di violenza e gli attacchi a sacerdoti e religiosi, chiese e istituti, hanno creato una psicosi di paura oggi tra i cristiani.  I genitori a volte hanno paura di mandare i loro figli nei territori di missione del nostro Paese. I valori della Costituzione indiana e le tradizioni democratiche sono fondamentalmente messe in discussione dalla crescente intolleranza.

- Fondamentalismo religioso: molti hanno ridotto la nostra grande eredità spirituale della tolleranza religiosa a ideologie fondamentaliste, per manipolare la realtà secondo i propri capricci e le proprie fantasie, ingannando le persone semplici che ne cadono preda. L'Hindu Rashtra costruita dall'Hindutva, il nazionalismo indù, gli Stati islamisti sono chiari esempi di questi tentativi.

- Sforzi pianificati per offuscare l'immagine della Chiesa: ci sono stati sforzi pianificati per offuscare la buona immagine di amore e servizio della Chiesa e del personale ecclesiastico.  A volte si creano situazioni per attirare i sacerdoti e i religiosi in dibattiti controversi e le loro opinioni vengono utilizzate per accusarli nelle discussioni.  Altre volte, vengono trascinati nelle mani di movimenti anticristiani e anticattolici che interpretano erroneamente il loro entusiasmo umanitario.  Anche i piccoli errori possono rivelarsi fatali quando vengono ingigantiti dai media tradizionali o dai social media.

Di fronte a tutto questo la grande sfida che abbiamo davanti è trasformare una Chiesa pastorale in una Chiesa missionaria. La Chiesa per i poveri e dei poveri invocata da papa Francesco sarebbe la più potente testimonianza della buona novella di Gesù Cristo. Abbiamo bisogno di nuove persone come Madre Teresa, che ha tradotto il messaggio di Cristo in azione in modo silenzioso ma tangibile rispetto a molti altri che hanno cercato di affermare l'unicità e la nobiltà del messaggio cristiano attraverso un puro esercizio intellettuale.

La missione non può più essere concepita come lo è stato finora.  È necessario comprendere la missione in una nuova dimensione, tenendo conto di questo contesto. Non possiamo negare che la Chiesa abbia affrontato tutte queste sfide in momenti diversi. Tuttavia, si tratta di continuare il cammino di trasformazione della Chiesa cattolica in una Chiesa missionaria.

Come scrive papa Francesco nell’Evangelli Gaudium (n.27) è necessaria una “opzione missionaria”, cioè un impulso missionario capace di trasformare tutto, in modo che le tradizioni, i modi di fare, i tempi e gli orari, le lingue e le strutture stesse della Chiesa possano essere adeguatamente incanalati per l'evangelizzazione del mondo di oggi piuttosto che per la sua conservazione. 

* direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie in India
(ha collaborato Nirmala Carvalho)

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