Giapponesi onesti anche sotto lo tsunami
di Pino Cazzaniga
Fra le macerie e i detriti ritrovati in tutto 48 milioni di dollari, tutti consegnati alla polizia. Il governo pensa di “seppellire” materiale inquinato sufficiente a riempire 23 stadi di calcio. Alla spesa con il contatore Geiger, per misurare le radiazioni.
Tokyo (AsiaNews) – Il grande terremoto dell’11 marzo scorso e il conseguente tsunami manifestano la fragilità del governo, ma anche le migliori qualità del popolo giapponese.
Subito dopo il disastro, tutti hanno ammirato l’atteggiamento calmo e controllato dei sopravvissuti. Esso non è frutto di una filosofia stoica, ma è piuttosto il prodotto di una cultura che si è andata formando anche o soprattutto come reazione a grandi tragedie.
Ora si scopre sempre più che i giapponesi sono anche uno dei popoli più onesti. Nel soggiorno di una casa distrutta dall’immane tsunami, galleggiante sull’acqua, un residente ha trovato una busta senza indirizzo: nell’interno c’erano banconote del valore di 40mila dollari americani; in cima a un mucchio di macerie, una donna ha scorto un portafoglio che conteneva banconote giapponesi del valore di 26 mila Casi simili sono stati numerosi. Tutti questi soldi sono stati consegnati alla polizia.
Secondo quanto ha dichiarato Koetsu Saiki, ufficiale incaricato alla raccolta di oggetti di valore e denaro, sono state consegnate alla polizia banconote del valore di 48 milioni di dollari, raccolte da privati cittadini.
Tom Coulton giornalista del Los Angeles Times commenta: “L’altruismo e l’onestà tra diverse culture sono difficili da misurare e paragonare, ma nel 2003 un professore di diritto dell’università del Michighan ha compiuto uno studio comparativo sulla restituzione di proprietà smarrite negli Stati Uniti e in Giappone. Il professore ha lasciato 20 portafogli su una strada di Tokyo e 20 su una strada di New York , contenente la medesima somma di denaro. A New York, ha detto, ne sono stati consegnati (alla polizia) sei portafogli con il denaro e due vuoti. A Tokyo gli scopritori ne hanno restituito 17 su 20 e tutte le persone che li hanno raccolti, eccetto una, hanno rinunciato al diritto di avere il denaro se il proprietario non fosse stato trovato”.
Saiki ha anche dichiarato che il caso che lo ha maggiormente commosso non riguarda il denaro, ma un album di fotografie, che una donna ha trovato tra i detriti. Quando il proprietario ha visto le foto è scoppiato in lacrime: tutta la sua famiglia e la sua casa sono state distrutte dallo tsunami e lee foto di quell’album trovato in una cassaforte sono ormai l’unico legame con la famiglia di prima.”
La gente cerca di affrontare con la stessa calma anche la crisi nucleare. Il terremoto e lo tusanmi hanno infatti danneggiato la centrale nucleare di Fukushima, da cui è fuoriuscito materiale radioattivo. Il terreno e il mare nelle vicinanze dell’impianto di Fukushima sono contaminati da radiazioni nocive alla vita umana . L’ansietà della popolazione è comprensibile.
Nei ristoranti di Kobe, città famosa per l’alta qualità della carne bovina dei suoi allevamenti, gli inservienti si affrettano a assicurare i clienti che la carne servita è importata dell’Australia; lo stessa assicurazione viene data in qualsiasi ristorante per i sushi di tonno.
Molti cittadini di Tokyo hanno acquistato i contatori Geiger che portano con sè quando si recano nei negozi di alimentari.
Il governo ha programmato la rimozione del fogliame e di 5 cm di terreno dell’area inquinata entro la fine dell’anno. E’ stato calcolato che la quantita’ di materiale così raccolto e “sepolto” corrisponde a 23 volte il volume del “Tokyo Dome”, il famoso stadio coperto, costruito per contenere 55.000 spettatori.
Il “grande terremoto del nord-est”, come in Giappone e’ chiamato il disastro dell’11 marzo, è stata una tragedia immane, che ha prodotto circa 20.000 fra morti o “dispersi”; gli edifici distrutti sono 800mila; 400mila i profughi.
Subito dopo il disastro, tutti hanno ammirato l’atteggiamento calmo e controllato dei sopravvissuti. Esso non è frutto di una filosofia stoica, ma è piuttosto il prodotto di una cultura che si è andata formando anche o soprattutto come reazione a grandi tragedie.
Ora si scopre sempre più che i giapponesi sono anche uno dei popoli più onesti. Nel soggiorno di una casa distrutta dall’immane tsunami, galleggiante sull’acqua, un residente ha trovato una busta senza indirizzo: nell’interno c’erano banconote del valore di 40mila dollari americani; in cima a un mucchio di macerie, una donna ha scorto un portafoglio che conteneva banconote giapponesi del valore di 26 mila Casi simili sono stati numerosi. Tutti questi soldi sono stati consegnati alla polizia.
Secondo quanto ha dichiarato Koetsu Saiki, ufficiale incaricato alla raccolta di oggetti di valore e denaro, sono state consegnate alla polizia banconote del valore di 48 milioni di dollari, raccolte da privati cittadini.
Tom Coulton giornalista del Los Angeles Times commenta: “L’altruismo e l’onestà tra diverse culture sono difficili da misurare e paragonare, ma nel 2003 un professore di diritto dell’università del Michighan ha compiuto uno studio comparativo sulla restituzione di proprietà smarrite negli Stati Uniti e in Giappone. Il professore ha lasciato 20 portafogli su una strada di Tokyo e 20 su una strada di New York , contenente la medesima somma di denaro. A New York, ha detto, ne sono stati consegnati (alla polizia) sei portafogli con il denaro e due vuoti. A Tokyo gli scopritori ne hanno restituito 17 su 20 e tutte le persone che li hanno raccolti, eccetto una, hanno rinunciato al diritto di avere il denaro se il proprietario non fosse stato trovato”.
Saiki ha anche dichiarato che il caso che lo ha maggiormente commosso non riguarda il denaro, ma un album di fotografie, che una donna ha trovato tra i detriti. Quando il proprietario ha visto le foto è scoppiato in lacrime: tutta la sua famiglia e la sua casa sono state distrutte dallo tsunami e lee foto di quell’album trovato in una cassaforte sono ormai l’unico legame con la famiglia di prima.”
La gente cerca di affrontare con la stessa calma anche la crisi nucleare. Il terremoto e lo tusanmi hanno infatti danneggiato la centrale nucleare di Fukushima, da cui è fuoriuscito materiale radioattivo. Il terreno e il mare nelle vicinanze dell’impianto di Fukushima sono contaminati da radiazioni nocive alla vita umana . L’ansietà della popolazione è comprensibile.
Nei ristoranti di Kobe, città famosa per l’alta qualità della carne bovina dei suoi allevamenti, gli inservienti si affrettano a assicurare i clienti che la carne servita è importata dell’Australia; lo stessa assicurazione viene data in qualsiasi ristorante per i sushi di tonno.
Molti cittadini di Tokyo hanno acquistato i contatori Geiger che portano con sè quando si recano nei negozi di alimentari.
Il governo ha programmato la rimozione del fogliame e di 5 cm di terreno dell’area inquinata entro la fine dell’anno. E’ stato calcolato che la quantita’ di materiale così raccolto e “sepolto” corrisponde a 23 volte il volume del “Tokyo Dome”, il famoso stadio coperto, costruito per contenere 55.000 spettatori.
Il “grande terremoto del nord-est”, come in Giappone e’ chiamato il disastro dell’11 marzo, è stata una tragedia immane, che ha prodotto circa 20.000 fra morti o “dispersi”; gli edifici distrutti sono 800mila; 400mila i profughi.
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