Genitori in rivolta contro i pasti pre-cotti nelle scuole cinesi
I cibi precotti sono un’industria in piena espansione dopo la pandemia di Covid, che ha cambiato lo stile di vita delle persone. Nel Paese degli scandali alimentari, i genitori boicottano i pasti distribuiti alle mense degli studenti per motivi di sicurezza. Tuttavia, le autorità sostengono con forza un settore in decisa crescita.
Pechino (AsiaNews) - Le amministrazioni locali in Cina stanno promuovendo il cibo precotto nelle scuole di tutto il Paese, sollevando lamentele, opposizioni e resistenze nei genitori degli alunni preoccupati per la sicurezza dei pasti per gli additivi alimentari usati nella loro preparazione. Un tema scottante che è anche diventato il più dibattuto sui social e in rete in concomitanza con l’inizio del nuovo anno scolastico. Del resto la Cina non è nuova a scandali e controversie nel settore alimentare, come testimoniano i diversi casi emersi solo nell’ultimo decennio: dalla carne marcia alla mancanza di pesce fresco nei banconi dei supermercati, dai gamberetti alla colla fino al dramma del latte alla melamina che ha occupato a lungo le cronache e portato alla chiusura del 45% delle industrie casearie perché non a norma.
I pasti pronti nelle scuole hanno suscitato feroci polemiche, tanto che gruppi di genitori di diverse città si sono già lamentati della qualità dei pasti consegnati alle scuole. Nella provincia meridionale del Guangdong e in quella orientale dello Zhejiang, molte persone hanno presentato reclami al governo e alle amministrazioni locali chiedendo di interrompere la consegna di cibo precotto negli istituti. Il montare della vicenda preoccupa diversi dirigenti scolastici e istituzioni, tanto che alcuni esecutivi locali si sono affrettati a negare di aver distribuito pasti pronti agli studenti.
Durante il blocco imposto dalla pandemia di Covid-19 e i conseguenti lockdown con distribuzione organizzata dei cibi a persone e famiglie in quarantena, i cibi precotti hanno cambiato lo stile di vita dei cinesi e ora l’industria dei piatti pronti appare in piena espansione. Un business che fa gola, come testimonia un rapporto di Deloitte China del 2022 secondo cui il mercato dei cibi precotti ha generato circa 550 miliardi di yuan (70,62 miliardi di euro) nel 2021, con una crescita annua prevista del 13% nei prossimi cinque anni. Gli analisti ritengono che il settore supererà i mille miliardi di yuan (128,4 miliardi di euro) nel 2026.
Sebbene gli additivi alimentari siano già ampiamente utilizzati nell’industria gastronomica e agroalimentare di epoca moderna, i genitori sono ancora preoccupati per i potenziali danni ai loro figli. Secondo quanto riportato di recente dai media, alcuni genitori inviano il cibo a scuola a mezzogiorno per evitare di dover consumare quello fornito dalle scuole. Inoltre, l’industria dei pasti pronti non è concentrata e strutturata sul piano nazione, tanto che oltre il 60% delle aziende del settore sono piccole e medie imprese. Al contempo, va sottolineato che non esistono ancora norme e regolamenti chiari per questo settore e pure questo rappresenta un fattore di preoccupazione per le famiglie. Infine, vi è anche il sospetto di corruzione diffusa e mazzette nell’assegnazione dei bandi e delle concessioni, che finirebbero per influire sulla qualità degli alimenti.
Il governo centrale cinese sta incoraggiando e sostenendo l’industria del cibo precotto, che è stato inserito per la prima volta nei documenti ufficiali all’inizio del 2023. E alcune province hanno menzionato anche il settore e l’industria degli alimenti precotti nel loro rapporto di lavoro annuale. La Commissione nazionale cinese per lo sviluppo e la riforma, l’organo di pianificazione economica, ha menzionato fra gli altri anche un modello di business su scala industriale per promuovere la crescita economica e i consumi, mentre anche i media vengono coinvolti per attirare l’interesse della popolazione: in questo mese di settembre, infatti, la televisione di Stato CCTV ha trasmesso una gara basata sull’uso e il consumo di cibi precotti.