Gaza: tregua di una settimana. Israele procede al ritiro graduale delle truppe
Dopo la proclamazione del cessate il fuoco unilaterale di Israele, anche Hamas e i gruppi della Jihad islamica hanno annunciato la tregua. Dal vertice dei leader europei in Egitto promesse di finanziamenti per la ricostruzione e disponibilità all’invio di forze per la sicurezza.
Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) - Prosegue il graduale ritiro dell’esercito israeliano (Idf) da Gaza dopo il secondo giorno di cessate il fuoco di una settimana proclamato unilateralmente prima da Israele, quindi da Hamas e dai gruppi palestinesi della Jihad islamica presenti nella Striscia. Per la popolazione della regione la notte fra domenica e lunedì è stata la seconda di relativa calma dall’inizio del conflitto, apertosi il 27 dicembre, che ha causato oltre 1300 vittime.
La messa a punto di un cessate il fuoco duraturo è ora la principale preoccupazione della comunità internazionale. I leader di Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia e Spagna nella giornata di domenica hanno partecipato al summit convocato a Sharm el Sheikh dal presidente egiziano Hosni Mubarak cui hanno preso parte anche il segretario dell’Onu, Ban Ki Moon, il premier ceco Mirek Topolanek, come presidente di turno dell’Ue ed il rappresentante della Lega araba. Tra i partecipanti al summit di Sharm anche il leader dell’autorità palestinese Abu Mazen inizialmente non segnalato tra le personalità attese ai lavori.
Mubarak ha annunciato la convocazione a breve di un nuovo vertice internazionale per coordinare la ricostruzione della Striscia e raggiungere una soluzione stabile del conflitto. Il presidente francese Sarkozy ha ribadito la necessità di arrivare alla creazione di due Stati, mentre per l’immediato tutti i leader presenti hanno dato la disponibilità ad inviare forze di sicurezza e stanziare finanziamenti per immediati aiuti umanitari.
Tel Aviv intende completare il ritiro dei suoi militari dalla Striscia nel giro di pochi giorni. Incontrando nella sera di domenica i leader di Francia, Gran Bretagna, Germania e Italia, il primo ministro israeliano Ehud Olmert ha dichiarato: “Non intendevamo conquistare Gaza, né prenderne il controllo, non vogliamo rimanerci e vogliamo lasciarla il prima possibile”.
Secondo i piani israeliani, una volta completato il ritiro dalla Strisica i mezzi dell’esercito verranno posizionati nelle zone di confine. L’Idf intanto sta mettendo a punto una “price list” che definisce i termini per risposte militari a futuri attacchi dei miliziani di Gaza durante il cessate il fuoco.
Intervenendo alla televisione, poche ore dopo la dichiarazione di Olmert ai leader europei, il primo ministro di Hamas a Gaza, Ismail Haniyeh, ha affermato che il ritiro delle truppe dell’Idf segna una “grande vittoria non per una fazione, un partito o un’area, ma per l’intero popolo. Abbiamo fermato l’aggressione e il nemico non è stato in grado di raggiungere nessuno dei suoi obiettivi”.
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