Gantz: dagli ‘Accordi di Abramo’ armi per tre miliardi di euro ai partner arabi
Il titolare della Difesa conferma il rinnovato asse con una parte dei Paesi della regione. Dalla firma vi sono stati 150 incontri fra personale del ministero e dell’esercito e controparti dell’area, a eccezione di Egitto e Giordania. Una “Alleanza di difesa aerea mediorientale” sotto l’egida Usa contro la minaccia iraniana.
Gerusalemme (AsiaNews) - Dalla firma degli “Accordi di Abramo”, che hanno portato alla normalizzazione dei rapporti fra Israele e parte del mondo arabo e del Golfo, lo Stato ebraico ha firmato contratti per la vendita di armi con “i Paesi della regione” per un valore complessivo di quasi tre miliardi di euro. Ad affermarlo è il ministro israeliano della Difesa Benny Gantz, a conferma del valore economico e militare, oltre a quello politico, del controverso patto firmato nel 2020 con Emirati Arabi Uniti (Eau), Bahrain, Marocco e Sudan sotto la presidenza Trump.
Il ministro non ha specificato i nomi delle nazioni coinvolte e la natura dei contratti, ma l’annuncio è una ulteriore conferma del nuovo asse che si è venuto a formare, dal quale sono rimasti ai margini i palestinesi che hanno fin da subito condannato con forza l’accordo stesso e gli Stati arabo-musulmani che vi hanno aderito. Al contempo, alti ufficiali e funzionari israeliani della Difesa in questi due anni hanno intensificato relazioni e rapporti con omologhi della regione.
“Dalla firma degli accordi, vi sono stati - ha sottolineato Benny Gantz in una intervista ad Haaretz - circa 150 incontri da parte del personale della Difesa con le controparti nei Paesi della regione, a eccezione di Egitto e Giordania”. L’obiettivo, spiega, è di “continuare ad espandere il quadro del lavoro di sicurezza sotto la guida degli Usa, e una visita [a metà luglio del presidente degli Stati Uniti Joe] Biden in Medio Oriente aiuterà in questo senso”.
Il titolare della Difesa è tornato a parlare dell’Iran, considerato la principale minaccia, contro la quale vuole “rafforzare” la collaborazione regionale e il ruolo di Israele sfruttando proprio la prossima presenza di Biden. Lo Stato ebraico ha allo studio una “Alleanza di difesa aerea mediorientale” sponsorizzata dall’amministrazione statunitense. Nel recente passato il progetto ha già mosso i primi passi intercettando “minacce aeree” degli ayatollah, compresi “droni lanciati verso Israele” e abbattuti nel Kurdistan iracheno.
In tema di sicurezza l’esercito israeliano sottolinea “l’integrazione” all’interno della Centcom (United States Central Command), grazie alla quale si è sviluppata “un’alta collaborazione operativa” che è “in costante sviluppo”. Il coinvolgimento rappresenta un vantaggio nell’affrontare “la minaccia” rappresentata da Teheran in un quadro di “sfida globale e regionale” davanti alla “sua più grave minaccia”.