Gansu, scarichi industriali illegali avvelenano 250 bambini
I bambini, tutti sotto i 14 anni, sono stati ricoverati: quattro di loro presentano i sintomi di avvelenamento grave da piombo. Funzionario statale accusa i governi locali, colpevoli di protezionismo nei confronti delle industrie.
Pechino (AsiaNews/Scmp) Sono ancora in ospedale i 250 bambini avvelenati dal piombo contenuto in tonnellate di scarichi industriali rilasciati in maniera illegale nei pressi di una contea abitata nella Cina occidentale. Con molta probabilità, quattro di loro porteranno per tutta la vita i segni di questo incidente. Lo scrivono oggi i media statali.
Secondo un alto rappresentante dell'Ufficio per l'ambiente, "a prima vista si devono biasimare le aziende per le loro operazioni di scarico, ma la base del problema risiede nei governi locali e nel loro protezionismo".
Secondo le analisi ospedaliere, quattro bambini provenienti dalla contea Hui, nella provincia del Gansu, hanno 450 millilitri di piombo in ogni litro di sangue: il dato configura avvelenamento grave e nella maggior parte dei casi provoca seri danni cerebrali. Le autorità hanno riscontrato inoltre troppo piombo nel sangue di 877 persone della contea, fra cui 334 bambini sotto i 14 anni.
Secondo la Xinhua, i bambini ancora ricoverati vengono curati con un trattamento vitaminico e "la maggior parte si trova in condizioni stabili".
Il colpevole di tutto questo è la Fabbrica per lo smaltimento dei metalli non ferrosi della contea di Hui, che nei suoi dieci anni di attività è stata più volte invitata dalle autorità a interrompere lo scarico tossico. Secondo Pan Yue, vice direttore dell'Amministrazione statale per la protezione dell'ambiente, nel 2003 la fabbrica ha scaricato nell'atmosfera 201 tonnellate di piombo, quantità 800 volte maggiore del livello accettabile.
Pan sottolinea che questo caso e quello di due fabbriche dell'Hunan che hanno scaricato in un fiume tonnellate di arsenico sono "tipici esempi di problemi di inquinamento collegati allo scarico di responsabilità da parte dei governi locali".
A giudizio di Pan "sembra a prima vista che siano le fabbriche le vere colpevoli di tutto questo, ma la base del problema sta nei governi locali e nel loro protezionismo".
Al momento, sembra non vi siano stati arresti per le operazioni di smaltimento illegale: la fabbrica ha accettato di risarcire gli abitanti avvelenati, ma non ha fornito i dettagli dell'operazione.