G7: nessuna scadenza alla promessa di Pechino di rivalutare lo yuan
Washington (AsiaNews) Pechino ha riaffermato il suo impegno per un sistema valutario più vicino all'economia di mercato, ma non ha stabilito alcuna data per iniziare il cambiamento.
Il comitato economico Cina- Usa ha emesso una dichiarazione che cancella ogni speranza su un possibile rivalutazione della moneta cinese. Da anni la Cina mantiene un cambio fisso dell'8,3% col dollaro Usa e cerca di frenare tutte le pressioni del mondo occidentale a ri-apprezzare la sua moneta.
La dichiarazione è stata emessa dopo un incontro avvenuto giovedì fra il ministro delle finanze Jin Renqing, il governatore della Banca di Cina Zhou Xiaochuan, il segretario Usa del Tesoro John Snow e il presidente della Federal Reserve Alan Greenspan
Nel testo, senza molte novità, Pechino riafferma la sua volontà di ritoccare il cambio dello yuan, ma non offre nessuna data specifica per la riforma del suo sistema di cambi monetari.
Molti analisti economici credono che la Cina impiegherà anni prima di abbandonare il cambio fisso, che offre a Pechino molti vantaggi nelle esportazioni. Grazie alla moneta valutata poco, i prodotti cinesi costano il 40% in meno dei prodotti americani. Intanto lo scorso anno, il deficit del commercio Usa con Pechino è salito a un record di 124 miliardi di dollari.
Il sistema cinese dei cambi è divenuto un punto di dibattuto anche nella campagna elettorale Usa. Secondo alcuni studi, negli ultimi 4 anni, i cambi favorevoli e pratiche illecite specie sui copyrights della Cina hanno causato una diminuzione di 3 milioni di posti di lavoro.
Il sistema dei cambi in Cina è stato affrontato anche all'incontro del G7 venerdì sera 1 ottobre. È la prima volta che la Cina è invitata a tale incontro (che raduna rappresentanti degli Stati Uniti, Giappone, Germania, Francia, Gran Bretagna, Italia e Canada). È probabile che tale invito preannunci la sua ammissione al gruppo o a quello allargato del G8, dove è ospite anche la Russia.