Fuori casta sfidano gli estremisti ed entrano nei templi indù
Delhi (AsiaNews) – I fuori casta della società indiana hanno sfidato gli estremisti nazionalisti dell’Unione e sono entrati in due dei più amati templi indù del Paese. La polizia, presente in entrambe le occasioni, ha evitato che la folla li attaccasse.
La scena si è svolta in due degli Stati più sottomessi alle forze nazionaliste: l’Orissa ed il Rajasthan. Nel primo, che si trova nella parte orientale dell’India, cinque dalit sono entrati ieri nel tempio del dio Jagannath, nel distretto di Kendrapara, ed hanno pregato la divinità. Tuttavia, i sacerdoti del luogo di culto sono entrati prima del loro ingresso per impedirgli di effettuare alcun rituale religioso.
Secondo i poliziotti presenti sulla scena, che hanno tenuto a bada la folla radunatasi intorno al tempio, i sacerdoti “hanno obbedito ai membri delle caste più alte del distretto, che sin da venerdì scorso si sono riuniti per evitare l’ingresso dei fuori casta nel tempio”.
Più imponente il gesto dei circa 400 dalit del Rajasthan, che sono entrati il 12 dicembre scorso nel tempio Chamunda, nel distretto di Bhilwara, dove si sono raccolti in preghiera.
Non sono valse a nulla le proteste della casta Gurjars, la più influente dell’area, che aveva deciso da secoli di proibire l’ingresso nel tempio ai cosiddetti impuri. Anche qui, oltre 300 poliziotti in tenuta anti-sommossa hanno presenziato alla scena per evitare disordini.
I dalit hanno trovato il coraggio per sfidare la discriminazione religiosa dopo una sentenza dell’Alta Corte indiana, che ha definito “diritto di ciascun indù” il libero ingresso nei templi.
Esattamente un anno fa, nella stessa zona, quattro ragazze dalit sono state picchiate ed umiliate da una folla inferocita per “aver osato pregare” nel tempio Keredagada.