Funerali di mons. Zhang Hanmin, vescovo di Jilin
Mons. Damaso Zhang ha lavorato per la libertà della Chiesa pur nei condizionamenti posti dal regime e dall’Associazione patriottica. A causa del maoismo, ha dovuto aspettare 40 anni per essere ordinato sacerdote.
Changchun (AsiaNews) – Si sono svolti ieri nella cattedrale di s. Teresa a Changchun (Jilin) i funerali di mons. Damaso Zhang Hanmin, morto lo scorso 19 luglio a 88 anni. Le esequie sono state presiedute da mons. Paolo Pei Junmin di Liaoning.
Mons. Zhang è stato molto amato da suoi fedeli (70 mila cattolici e 60 sacerdoti) ed è fra le personalità della Chiesa ufficiale che ha cercato di vivere con totalità l’ubbidienza al papa e alla Chiesa cattolica pur nelle limitazioni imposte dal regime e dall’Associazione patriottica.
Mons. Zhang è nato il 15 gennaio 1922 nel villaggio di Xiabajiazi (contea di Nong An, Jilin) da genitori molto praticanti. Ha ricevuto una buona formazione cattolica sin dalla sua giovinezza, e fin da piccolo ha avuto l’intenzione di vivere la vita consacrata. Ha studiato nel seminario minore di s. Giuseppe della diocesi di Jilin e poi è entrato nel seminario maggiore di Pechino (San Vincenzo). A causa dei problemi politici insorti col maoismo, nel ’53 egli ha dovuto lasciare il seminario e si è messo a lavorare come insegnante di lingua straniera, pur mantenendo fede al suo celibato. Il vescovo sapeva correntemente latino, inglese, russo, giapponese, francese.
Nell’83, all’età di 61 anni, ritorna nella diocesi di Jilin e viene ordinato sacerdote il 24 luglio dello stesso anno.
Nel ’95 diviene amministratore della diocesi di Jilin ed è eletto vescovo il 17 novembre 1997.
La sua ordinazione è stata ritardata per due anni, avendo egli ricercato l’approvazione del papa. Il 9 maggio del ’99, mons. Jin Peixian di Shenyang lo ordina nella cattedrale di santa Teresa a Changchun.
Mons. Zhang è stato membro permanente dell’Associazione patriottica e del Consiglio episcopale cinese [una specie di conferenza episcopale della chiesa ufficiale, non riconosciuta dal Vaticano]. È stato anche presidente dell’Associazione patriottica di Jilin e si è sempre impegnato a salvaguardare il più possibile l’autonomia della Chiesa dalle interferenze politiche. Pur all’interno di questi condizionamenti egli ha lavorato per avere maggiori rapporti con la Chiesa universale, invitando spesso personalità della Chiesa all’estero e ha spinto un gran numero di suoi sacerdoti a ottenere specializzazioni teologiche all’estero.
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