Fukushima, pescatori contro la Tepco: Niente acqua contaminata in mare
Tokyo (AsiaNews/Agenzie) - I pescatori giapponesi hanno rimandato al mittente la possibilità di rilasciare nell'oceano l'acqua contaminata che proviene dalla centrale nucleare di Fukushima. Il progetto era stato presentato nei giorni scorsi dalla Tokyo Electric Power Co. (Tepco, gestore dell'impianto) e definito "forse necessario" dall'Agenzia di regolamentazione atomica del governo.
Il JF Zengyoren, sindacato che riunisce le cooperative ittiche giapponesi, ha inviato al ministro nipponico del Commercio Toshimitsu Motegi una lettera in cui definisce "inaccettabile" lo scarico in mare dell'acqua usata per raffreddare i reattori della Daichi, la centrale nucleare colpita dallo tsunami dell'11 marzo 2011. Il progetto, dice il sindacato, va bocciato "anche se i livelli di contaminazione fossero inferiori ai limiti legali".
L'11 marzo del 2011 un terremoto ha colpito le coste orientali del Giappone, provocando un enorme tsunami - con onde di oltre 40 metri - che ha invaso la zona di Fukushima e le sue centrali nucleari. Il sisma di magnitudo 9 ha avuto effetti catastrofici: 15.850 morti; 6.011 feriti; 3287 dispersi; 800mila edifici distrutti; incendi in molte zone; strade e ferrovie danneggiate; crollo di dighe. Quattro milioni di famiglie del nord-est sono rimaste senza elettricità e un milione senz'acqua.
Il disastro ha messo fuori gioco l'impianto di raffreddamento dei reattori: tre di questi hanno subito una fusione. Ora per raffreddarli viene pompato all'interno del sistema dell'acqua, ma le enormi quantità di liquido radioattivo che vengono create da questo procedimento sono divenute una sfida per il gestore della centrale, la Tokyo Electric Power Company (Tepco).
Nel frattempo, la Corea del Sud ha annunciato oggi che intende espandere il bando sull'importazione di prodotti ittici dal Giappone. La proibizione include ora tutto ciò che proviene da Fukushima e da altre sette Prefetture confinanti, anche se non mostrano segnali di contaminazione.
Secondo il ministero sudcoreano degli Oceani e della Pesca, citato dall'agenzia nazionale Yonhap, "la misura è stata decisa dopo che è aumentata la preoccupazione del nostro popolo, che teme il rilascio e la fuga di centinaia di tonnellate di acqua contaminata nei pressi della centrale colpita durante il disastro di Fukushima".