Frontiera di Gaza sotto controllo, mentre l’Egitto spinge Hamas e Abbas al dialogo
Rafah (AsiaNews/Agenzie) – Per la prima volta dopo nove giorni, le autorità egiziane son riuscite a bloccare il passaggio alle auto provenienti da Gaza. Il controllo della frontiera di Rafah avviene con l’aiuto di militanti di Hamas, ma non riesce a fermare ancora il flusso di persone a piedi che attraversano il confine nei due sensi. Le brecce aperte nel muro di confine fra la Striscia e l’Egitto sono state tutte riparate con filo spinato e cancellate.
Da 7 mesi la Striscia è sottoposta a un blocco e isolamento dalla comunità internazionale e da Israele, dopo che Hamas ha strappato il potere a Fatah a Gaza. L’isolamento si era acuito nei giorni scorsi per un taglio operato da Israele alle forniture di gasolio per la centrale elettrica. Israele accusa Hamas di lanciare missili da Gaza alle cittadine ebraiche del sud.
Da ieri il Cairo ha aperto colloqui con Khaled Meshal, capo di Hamas in esilio a Damasco, e con Mahmoud Abbas, presidente dell’Autorità Palestinese per cercare di concludere la crisi apertasi nei giorni scorsi.
L’Egitto spera di poter convincere le due parti di affidare all’Autorità palestinese – unico interlocutore riconosciuto della comunità internazionale – il controllo delle frontiere e la sicurezza a Gaza. Questo spingerebbe la comunità internazionale ad allentare l’embargo sulla Striscia.
Finora però i due interlocutori non hanno dato segno di aver raggiunto alcun accordo.
Intanto ieri sera l’organizzazione per i diritti umani Human Rights Watch (Hrw) ha accusato Israele e la comunità internazionale di voler provocare “un disastro umanitario” nella Striscia di Gaza. Ne suo rapporto annuale, Hrw condanna il lancio indiscriminato di missili sulle città israeliane, ma afferma pure che il blocco di Gaza nega a 1,4 milioni di palestinesi il cibo, il carburante, le medicine di cui hanno bisogno per sopravvivere. Questo contribuisce a una seria “crisi umanitaria e dei diritti umani”.
Hrw afferma pure che la decisione di Ehud Barak, ministro della Difesa, di tagliare carburante e elettricità costituisce una “punizione collettiva della popolazione civile di Gaza, in violazione alle leggi internazionali”.