Fra violenze e intimidazioni, al voto due province dello Sri Lanka
Colombo (AsiaNews) – Il Congresso delle religioni – istituzione che riunisce esponenti cattolici, protestanti, buddisti e musulmani – chiede che “cessino le violenze” e siano garantite “libere elezioni” in due province dello Sri Lanka.
Sabato 23 agosto sono chiamati alle urne gli elettori delle province di Sabaragamuwa e di North Western per rinnovare le cariche governative locali; la campagna elettorale per le amministrative si è però trasformata in una “lotta barbara” per la conquista del “potere” e le due zone del Paese sono state teatro di numerosi episodi di violenza. Secondo un comunicato stampa diffuso dal Comitato per elezioni libere e giuste non sarà possibile effettuare “una tornata elettorale regolare”: nelle scorse settimane si sono registrati 156 episodi di violenza fra cui “attacchi ai candidati (73), intimidazioni (44) e danneggiamenti di proprietà appartenenti ai partiti politici (20) in lizza”. Per garantire libere elezioni la polizia ha predisposto il pattugliamento delle aree interessate al voto; sabato 23 agosto saranno oltre 21mila gli agenti chiamati a controllare strade e sedi elettorali.
Il 20 agosto scorso i leader religiosi hanno incontrato i vertici della Commissione elettorale manifestando la loro preoccupazione per “l’aumento delle violenze”; essi hanno ricevuto ampie rassicurazioni ed è stato loro ribadito che “sono state predisposte tutte le misure per assicurare pacifiche elezioni”. Dayananda Dissanayake, capo della commissione, ha inoltre aggiunto che vi saranno certe “limitazioni” che non possono essere rivelate al pubblico, ma che egli illustrerà davanti alla commissione parlamentare per le riforme elettorali.
P. Damian Fernando, direttore della Caritas dello Sri Lanka, ribadisce ad AsiaNews che “la situazione di caos odierna si sarebbe potuta evitare se fosse stato adottato il 17esimo emendamento ala Costituzione, che prevede la creazione di uno speciale corpo di polizia preposto alla sicurezza e alla regolarità delle operazioni di voto”. I leader religiosi denunciano infine che “le province di Sabaragamuwa e North Western sono state trasformate in un campo di battaglia” e ai cittadini “è impedito il diritto” sancito dalla Costituzione a “libere elezioni”.
Una ferma condanna arriva anche dal National Peace Council, che invita il governo dello Sri Lanka e i partiti di opposizione a “seguire le procedure di legge” previste per la tornata elettorale: “Uno scontro aperto fra le parti – denunciano gli esponenti del Npc – caratterizzato da violenze e impunità farebbe trionfare la legge della giungla. Per questo invitiamo la Commissione elettorale a porre in atto tutte le procedure, a partire dalla attuazione del 17esimo emendamento alla Costituzione”.