Forse i terroristi di Mumbai hanno complici indiani e basi in Nepal
New Delhi (AsiaNews/Agenzie) – Complici indiani hanno forse aiutato i terroristi pakistani che hanno ucciso circa 172 persone a Mumbai. Intanto l’Onu mette fuori legge un importante gruppo pakistano.
Amitabh Yash, dirigente della polizia indiana che ha arrestato a febbraio Sabauddin Ahmed per l’assalto a una stazione di polizia, ieri lo ha indicato come “l’uomo di riferimento a Katmandu per il gruppo Lashkar-e-Toiba (LeT)”, accusato per l’attentato. Suo compito era, fra l’altro, garantire rifugi sicuri in Nepal, da dove attraversare con più facilità il poco controllato confine indiano. Secondo Yash, Ahmed avrebbe ammesso “contatti con diversi funzionari dei servizi segreti pakistani”.
L’India ha chiesto al Pakistan l’arresto e l’estradizione di 40 ritenuti complici dell’attentato e accusa Islamabad di non collaborare.
Ieri il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha dichiarato “organizzazione terrorista” soggetta a sanzioni (come il congelamento dei beni, la proibizione di viaggi e il divieto di armi per i suoi membri) il gruppo di carità Jamaat-ud-Dawa (JuD), come chiesto da India e Usa che l’accusano di essere solo uno “schermo” per il LeT. Jud è invece consentito in Pakistan, dove sostiene numerose scuole islamiche e cliniche.
Abdullah Mutanzir, portavoce del JuD ha contestato la decisione e chiesto al governo pakistano di non colpire chi “vuole solo aiutare i pakistani poveri”. Hafiz Saeed (nella foto), leader di LeT fino al 2001 e ora capo di JuD, in una conferenza stampa a Lahore ha “rifiutato qualsiasi decisione presa dietro pressioni indiane. E’ una decisione che diffama il Pakistan”.
Fonti Onu ritengono che il LeT sia operativo anche in Arabia Saudita e in Europa, che abbia partecipato ad attacchi contro le truppe Usa in Iraq e che riceva denaro da al-Qaeda. L’Onu ha inoltre qualificato come terroristi 4 leader di Let, a esclusione di Hamid Gul, generale pakistano in pensione, come richiesto invece dall’India. Pare che la Cina, alleata del Pakistan, abbia opposto un veto per Gul. Ora si attendono le reazioni di Islamabad, dove oggi si è recato il vicesegretario di Stato Usa John Negroponte per sollecitare azioni concrete contro i terroristi responsabili degli attacchi di Mumbai.
Intanto il ministro indiano per l’Interno P. Chidambaram ha annunciato oggi al parlamento un aumento della sicurezza interna, tra l’altro con norme antiterrorismo più severe, l’impegno di più uomini e mezzi, attenti controlli sui treni e sulle coste: l’India ha 7.500 chilometri di coste e si ritiene che i terroristi siano arrivati a Mumbai via mare.