Formare sacerdoti per la missione della Chiesa nell’Orissa vittima dell’estremismo indù
Bhubaneswar (AsiaNews) – In Orissa servono sacerdoti orientati alla missione e che sappiano affrontare le sfide alla luce dei massacri anticristiani del 2008. È quanto emerge dall’incontro cui hanno partecipato 30 tra vescovi, rettori di seminario e sacerdoti di 8 diocesi dell’Orissa avvenuto nei giorni scorsi a Bhubaneswar.
Le violenze, esplose nel distretto di Kandhamal nell’estate del 2008, hanno provocato centinaia di vittime tra sacerdoti, religiosi e laici. Decine di chiese e scuole gestite dai cristiani locali, sono state distrutte, con false accuse di proselitismo. Oltre 50mila persone sono state costrette dalla comunità indù ad abbandonare le proprie terre per cercare rifugio altrove. Nonostante gli atti di violenza la comunità cristiana è ancora fiorente. In Orissa ci sono due seminari maggiori e 10 seminari minori, frequentati da circa 500 allievi.
Mons. Thomas Thiruthalil, vescovo di Balasore e responsabile della Conferenza episcopale dell’Orissa, ha affermato: “Tutti noi abbiamo una responsabilità comune nell’aiutare i futuri sacerdoti e missionari ad affrontare la situazione e la sfida emersa con i progrom di Kandhamal”.
“I preti – ha continuato – devono essere consapevoli della dimensione missionaria della loro vocazione che deve essere affrontata sin dai primi di formazione nei seminari e nelle varie fasi del cammino sacerdotale”.
Secondo p. Mihit Upasi, della diocesi di Berhampur, il compito di vescovi e padri spirituali è dare ai futuri sacerdoti gli strumenti intellettuali, psicologici e pastorali per portare aventi la missione della Chiesa in queste terre. “Hanno bisogno – ha affermato – di una guida e un sostegno che li aiuti a dare coraggio alla comunità cristiana per affrontare il problema dei gruppi fondamentalisti indù che da decenni colpiscono l’Orissa”.