Fondamentalisti indù: bruciate il libro che diffama la nostra storia
di Shahaji Adilshah
I maggiori gruppi fondamentalisti indù di Mumbai si sono scagliati contro il libro di un autore americano che parla della vita di un eroe epico dell’India del XVII secolo. Nonostante le sentenze dell’Alta corte, a favore del testo l’ordine degli estremisti è di bruciarne ogni copia. Minacce alle librerie.
Mumbai (AsiaNews) – Per protestare contro il libro di un autore americano, che studia alcune teorie sulla vita dell’eroe epico Shivaji, i maggiori gruppi fondamentalisti indù di Mumbai hanno lanciato una campagna contro il testo ed il suo autore, arrivando ad ignorare le sentenze dell’Alta corte locale che lo aveva invece difeso. L'ordine, per gli estremisti, è di bruciare il libro.
Il libro si intitola “Shivaji: il dio indù dell’India islamica” e tratta la vita di questa figura epica che nel XVII secolo riuscì, secondo la leggenda, a riportare in auge l’egemonia indù, all’epoca schiacciata dalla presenza musulmana nel Paese. Per i fondamentalisti, l’eroe è una sorta di “padre fondatore”.
Il testo, pubblicato nel 2003, era proibito in India. L’Alta corte municipale ha eliminato il bando sul testo il 26 aprile scorso. Nonostante questo, i membri della Shiv Sainik [formazione paramilitare indù ndr] hanno ricevuto dal loro capo Bal Thackeray l’ordine tassativo di “non permettere ad alcuna copia di arrivare nelle librerie”.
L’ordine è confermato dal portavoce dello Shiv Sena, Sanjay Raut: “Thackeray ci ha ordinato di bruciare ogni copia del libro di James Laine. Ci ha chiesto di far diventare queste pagine cenere”. Raut ha poi spiegato che “Laine non è la persona giusta per poter commentare Shivaji. Ritirando il bando, la Corte ha soltanto dimostrato una volta di più che il governo non è in grado di assolvere ai suoi compiti”.
L’autore del testo, professore di Scienze religiose al Macalaster College del Minnesota, dice di non essere sorpreso dalla reazione dei fondamentalisti indù: “Non credo che gli istinti politici di queste persone siano cambiati. Mi dispiace solo di non poter più visitare l’India”.
Secondo l’accademico “chi critica il mio libro non lo ha letto. Io affronto argomenti che sono in discussione da più di 100 anni, e che riguardano gli scontri fra i bramini ed i marathai [antica casta guerriera del Paese, fondata da Shivaji ndr]. In ogni caso, non ho intenzione di entrare nella controversia”.
Secondo la tesi di Laine, Shivaji non era in alcun modo interessato alla liberazione degli indù, ma aveva più a cuore la creazione di un suo impero. Inoltre, non avrebbe avuto quella devozione religiosa che gli viene attribuita e sarebbe sceso a patti con gli “invasori” musulmani.
Dopo l’annuncio di Bal Thackeray, le librerie hanno iniziato a temere per le copie del libro ordinate dall’editore, la rinomata Oxford Book. Secondo alcuni di loro, i membri del Bharatiya Vidhyarthi Sena li hanno avvertiti “del pericolo di tenere anche una sola copia del testo nei negozi”.
Uno dei librai spiega che “il libro contiene affermazioni che diffamano Sivaji. Anche se la Corte ha tolto il bando, non voglio venderlo, soprattutto ora che lo Shiv Sena si è espresso in maniera così aggressiva”.
Alcuni fondamentalisti hanno iniziato un picchetto davanti ad una delle più grandi librerie di Mumbai, mentre i membri della Brigata Sambhaji [il figlio di Shivaji ndr] hanno dipinto di nero uno stand della casa editrice e bruciato alcune fotografie dell’autore.
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13/08/2004
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