Fmi, l’affondo dei Paesi emergenti: No a un direttore europeo
Ieri l’apertura di Pechino alla candidatura della francese Lagarde, oggi un passo indietro: “Obsoleta e offensiva la procedura di selezione, ora si deve cambiare”. Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica pronte per un candidato unitario.
New York (AsiaNews) – La successione a Dominique Strauss-Kahn sembra essere ancora in alto mare: il blocco europeo insiste per avere un direttore generale continentale, ma i Paesi emergenti (vero motore dell’economia mondiale) sembrano essersi uniti per bloccare questa ipotesi. Una nota congiunta pubblicata questa mattina dai Paesi del Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) rigetta infatti le “convenzioni obsolete e non scritte secondo cui il leader del Fmi deve necessariamente essere europeo”.
Nella nota, consegnata al consiglio d’amministrazione del Fondo monetario internazionale, si legge: “Siamo preoccupati per le recenti dichiarazioni pubbliche rese da alti funzionari europei sulla volontà dell'Europa di mantenere un loro membro al posto di direttore del Fmi. Diversi accordi internazionali hanno spinto perchè ci sia un autentico processo trasparente basato su criteri di merito e di selezione competitiva del Managing Director del Fmi e delle altre posizioni di rilievo nell’organigramma delle istituzioni di Bretton Woods”
La situazione, continua la nota, “richiede l’abbandono delle convenzioni obsolete e non scritte secondo cui il leader del Fmi deve necessariamente essere europeo”. La raccolta delle candidature per la carica di direttore generale dopo le dimissioni di Dominique Strauss-Kahn (in libertà vigilata e con un accusa pendente per violenza sessuale) sono aperte fino al 10 giugno. Finora i cinque Paesi del Brics non hanno fatto nomi o sostenuto alcun candidato, ma hanno dichiarato che preferirebbe per quella carica un esponente dei Paesi emergenti.
Le nazioni europee si sono espresse invece a favore del ministro dell’Economia francese Christine Lagarde (v. foto), che potrebbe a breve annunciare la propria candidatura. Per ora, il principale candidato “emergente” rimane invece Zhou Min, della Banca centrale cinese, che fino ad oggi ha ricoperto il ruolo di consulente speciale del direttore dell’Fmi. Ma in corsa c’è anche Arvind Virmani, esponente indiano presso il board, e il kazako Grigori Marchenko, attuale capo della Banca Nazionale del Kazakhstan sostenuto da Mosca.
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