Firmati a Montreal i regolamenti finali di Kyoto
Fra i 34 paesi che hanno sottoscritto i regolamenti non figurano Usa e Australia. India e Cina non saranno obbligate a rispettare una quota massima di emissione di gas serra.
Montreal (AsiaNews/Agenzie) - Il protocollo di Kyoto che regola la diminuzione dei gas serra è diventato operativo per intero dopo che la conferenza climatica dell'Onu ha approvato i regolamenti finali. Gli accordi sono stati sottoscritti a Montreal da 34 paesi, fra cui non figurano Stati Uniti e Australia.
"Il protocollo di Kyoto entra ora nella sua totale operatività", ha dichiarato Stephane Dion, ministro dell'ambiente del Canada e presidente della conferenza."E' un passo storico". Grazie a Kyoto le nazioni acconsentono di limitare le emissioni di gas che causano il riscaldamento del globo entro al 2012. La conferenza ha previsto un piano per procedere ad ulteriori limitazioni dopo il 2012. I paesi firmatari hanno inoltre elaborato un meccanismo che gli permette di acquistare o vendere le quote di inquinamento. Alla fine dei colloqui verranno stabilite le sanzioni a cui andranno incontro i paesi che non rispetteranno il trattato.
La Cina, uno dei paesi che produce più inquinamento del mondo, ha reso noto che ha già preso provvedimenti per diminuire l'emissione di gas serra, e ha invitato gli Usa a sottoscrivere il protocollo di Kyoto. Anche gruppi ambientalisti hanno contestato alla conferenza la posizione di Washington. Harlan Watson, negoziatore del Dipartimento di stato Usa per le questioni climatiche, ha dichiarato che Washington non ha intenzione di sottoscrivere nessun accordo che vincoli le emissioni di gas serra. "Possono essere adottate altre soluzioni per risolvere il problema del cambiamenti climatico", ha dichiarato. "Pensiamo sia illusorio - continua - credere che essere vincolati dal trattato di Kyoto sia una soluzione". L'amministrazione Bush ha inoltre reso noto che Kyoto costerebbe all'economia Usa 400 miliardi di US$ e circa 5 milioni di posti di lavoro, e ha sottolineato che secondo i trattati India e Cina - fra i Paesi più inquinanti del mondo - non sono costrette a rispettare un tetto di emissioni.
"Non si può vivere senza energia", ha dichiarato Sun Guoshum, direttore del Dipartimento per la legge e i trattati del Ministero degli affari esteri cinese. Ha poi sottolineato che è vero che la Cina è il secondo paese del mondo per emissione di gas serra, ma bisogna tenere in considerazione che ha anche la popolazione più numerosa, 1,3 miliardi di persone. Non è leale, continua, aspettarsi che India e Cina, gli stati con più abitanti al mondo, chiedano alle loro comunità di tagliare i consumi di energia, e ha detto che la "priorità" per i 2 paesi asiatici sono sviluppo ed eliminazione della povertà.
Fra le 20 città più inquinate al mondo, 16 sono cinesi. A causa delle combustioni di carbone, ampie regioni del Paese sono colpite da siccità, raccolti mancati, e tempeste di sabbia.
03/12/2007