26/08/2009, 00.00
CINA
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Fiorisce il traffico di organi. Il governo cerca di regolarlo

Il varo del sistema in 10 province e città, fra cui Shanghai. Le nuove regole dovrebbero fermare i traffici e le operazioni illegali, fermando i remunerativi trapianti per gli stranieri.

Pechino (AsiaNews) – La Croce rossa e il ministero della sanità cinesi hanno annunciato il lancio di una sistema per regolare la donazione di organi. Il piano dovrebbe frenare il traffico illegale di organi e spingere molte più persone a fare da donatori. L’iniziativa pilota sarà attuata anzitutto in 10 province: Liaoning, Zhejiang, Shandong, Guangdong, Jiangxi e le città di Tianjin, Shanghai, Xiamen, Nanjing e Wuhan.

Secondo Huang Jiefu, vice-ministro della sanità, il programma permetterà di avere un sistema di donazioni di organi che abbia un livello etico accattabile in Cina e nel mondo, eliminando il traffico di organi, il “turismo dei trapianti” e assicurare alta qualità nelle operazioni chirurgiche.

Il nuovo sistema permette la registrazione dei donatori e quello dei bisognosi di trapianto, assicurando i diritti degli uni e degli altri.

Il problema dei trapianti di organi in Cina presenta due grossi problemi. Anzitutto gli organi trapiantati sono per la maggior parte prelevati da condannati a morte, spesso senza loro consenso o senza quello dei familiari. In secondo luogo, molto spesso i trapianti vengono fatti su stranieri che riescono a pagar profumatamente l’organo e l’operazione, penalizzando però i bisognosi locali di trapianto. Fino a due anni fa, il costo per un trapianto di rene era di 62 mila dollari, per uno di cuore era 140 mila dollari.

Secondo cifre ufficiali, fino allo scorso anno, vi sono stati in Cina 86.800 trapianti di reni; 14.643 trapianti di fegato; 882 trapianti di cuore e polmone; più di 220 trapianti di altri organi.

Stime governative affermano che vi sono almeno 1,5 milioni di cinesi che attendono un trapianto, ma le operazioni ufficialmente effettuate ogni anno giungono solo a 10 mila.

Trovare donatori volontari è molto difficile: nella cultura cinese non si accetta il prelievo di organi dalle persone morte. Oltre al prelievo degli organi dai condannati a morte, la povertà sta aprendo un altro canale di rifornimento. Non pochi genitori, per pagare l’università ai figli o migliorare le condizioni economiche della famiglia, si offrono di vendere i propri organi.

Molti ospedali eseguono operazioni di trapianto in modo illegale. La nuova normativa dovrebbe cancellare questo commercio. Una simile regolamentazione è già stata varata nel 2007, ma senza molto successo.

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