Finalmente davanti a un tribunale uno dei capi dei Khmer Rossi
Il tribunale internazionale sta interrogando Kaing Khek Lev, più noto col nome di battaglia Duch, che era capo di uno speciale reparto della polizia segreta. E’ l’unico arrestato dei leader del regime maoista di Pol Pot, che tra il 1975 ed il 1979 uccise due milioni di persone.
Phnom Penh (AsiaNews/Agenzie) – E’ finalmente giunto davanti al tribunale internazionale uno dei capi dei Khmer rossi responsabili del genocidio compiuto in Cambogia tra il 1975 ed il 1979. Si tratta di Kaing Khek Lev, più noto col nome di battaglia Duch, capo di uno speciale reparto della polizia segreta, arrestato nel 1999.
Il mese scorso, l’accusa aveva chiesto che cinque esponenti del regime fossero giudicati per “crimini contro l’umanità, genocidio, gravi violazioni delle Convenzioni di Ginevra, omicidio, tortura e persecuzione religiosa”, ma nessuna accusa formale è stata ancora elevata contro Duch, unico leader dei Khmer rossi ad essere stato arrestato. Ora è atteso da un interrogatorio a porte chiuse, alla presenza del suo avvocato e di un interprete. Il suo avvocato Kar Savuth, ha dichiarato che Duch “non è colpevole di alcun crimine; egli ha solo eseguito ordini datigli verbalmente”.
Un portavoce del tribunale, Reach Sambath ha spiegato che i giudici vogliono portare a termine l’interrogatorio, prima di decidere le loro successive azioni.
Il tribunale che dovrebbe valutare le responsabilità dello sterminio di circa due milioni di persone da parte del regime maoista di Pol Pot è stato istituito l’anno scorso, dopo otto anni di trattative tra Phnom Penh e le Nazioni Unite, che hanno fatto mettere in dubbio la volontà cambogiana di renderlo operativo. Nel frattempo Pol Pot è morto - nel 1998 - ed un altro dei massimi responsabili, Ta Mok, lo ha seguito nel 2006. Sono vivi e liberi, anche se in cattive condizioni di salute Nuon Chea, considerato l’idelogo del regime, Khieu Samphan, allora capo dello Stato, e Leng Sary, che era ministro degli Esteri.
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