11/09/2008, 00.00
FILIPPINE
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Filippine: emergenza umanitaria nel sud del Paese, oltre 1200 gli sfollati

di Santosh Digal
Il passaggio del ciclone Nuri ha devastato la valle di Compostela, uccidendo 20 persone e ferendone 31, cinque i dispersi. La Chiesa filippina denuncia “ritardi nei soccorsi” e uno “sfruttamento selvaggio delle risorse minerarie”, che hanno aggravato la portata della tragedia.

Manila (AsiaNews) – flE rane causate dal passaggio del ciclone Nuri (Karen) nello scorso fine settimana hanno causato la morte di 20 persone, 31 i feriti, mentre al momento non si hanno ancora notizie dei cinque dispersi. E' il bilancio di un rapporto pubblicato questa mattina dall’ente governativo National Disaster Coordinating Council (Ndcc).

Per far fronte all’emergenza, a Maco – cittadina nella valle di Compostela, nel sud delle Filippine – quattro scuole sono state adibite a centri di accoglienza temporanea per gli sfollati. Al momento esse ospitano 1.216 persone, appartenenti a 279 diversi nuclei familiari, le cui case sono state distrutte dalla furia delle acque e dai successivi smottamenti del terreno. Il documento del Ndcc riferisce inoltre che sono andate perdute 86 abitazioni, due alloggi per minatori nella zona e il municipio del villaggio di Masara. I soccorritori hanno infine avviato le procedure per l’evacuazione forzata degli abitanti di Maco, città sulla quale pende ancora oggi la minaccia di nuove frane.

Le piogge torrenziali che hanno segnato il passaggio del ciclone Nuri nella notte fra sabato e domenica hanno causato lo straripamento di fiumi nella regione di Ilocos e l’abbattimento di decine di alberi, sradicati dal forte vento che ha toccato i 140 km/h.

Dura la presa di posizione della Chiesa cattolica filippina che denuncia ritardi nei soccorsi e uno sfruttamento selvaggio delle risorse minerarie della zona. “La tragedia poteva essere evitata – sottolinea mons. Wilfredo Manlapaz, vescovo di Tagum – se le autorità fossero intervenute con maggiore prontezza provvedendo a evacuare per tempo la zona”. Il card Gaudencio Rosales, arcivescovo di Manila, punta l’indice contro le numerose cave presenti nel territorio, il cui sottosuolo è ricco di oro ed è la prima fonte di guadagno per gli abitanti della valle di Compostela; l’eccessivo sfruttamento delle risorse minerarie ha causato un indebolimento del terreno e ha favorito le frane dei giorni scorsi. Il card Rosales precisa di “non essere contrario alle estrazioni”, ma chiede che vi sia maggiore attenzione “alla salute dei lavoratori, alla sicurezza delle popolazioni locali e alla tutela dell’ambiente”.

Per far fronte all’emergenza il Dipartimento filippino per lo sviluppo e il welfare (Dswd) ha deciso un primo stanziamento di 79.050 pesos (circa 1.600 dollari Usa) per garantire cibo e acqua potabile a 600 famiglie di Maco, mentre ai nuclei familiari che hanno subito la perdita di un congiunto verranno devoluti 10mila pesos (poco più di 210 dollari Usa) a titolo di risarcimento. Alicia Bala, funzionario del Dswd che coordina la distribuzione degli aiuti, chiede inoltre che siano raccolti “vestiti, utensili da cucina, acqua e cibo per le famiglie che hanno trovato rifugio nei centri di accoglienza della città”. Ciò eviterebbe agli sfollati di rientrare nelle loro case, sulle quali pende ancora la minaccia di nuove e devastanti frane.  

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