27/10/2006, 00.00
FILIPPINE
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Filippine, vescovi e diplomatici si impegnano per la pace a Mindanao

di Santosh Digal

Il Mindanao Peoples Caucus ha chiesto alla comunità diplomatica ed ai leader religiosi di aiutare il ritorno al tavolo dei negoziati fra Manila ed i ribelli del Milf, in stallo da diversi mesi.

Zamboanga City (AsiaNews) – La Conferenza episcopale e la "comunità diplomatica" delle Filippine si sono impegnate a chiedere un confronto nazionale fra gli uomini d'affari, le organizzazioni non governative ed i leader religiosi di Mindanao allo scopo di trovare dei "modelli" che possano far riprendere i negoziati di pace fra il governo ed i ribelli del Moro Islamic Liberation Front.

L'impegno è stato espresso nel corso di diversi incontri con i 17 membri della delegazione del gruppo di missione organizzato dal Mindanao Peoples Caucus (Mpc), organizzazione che cerca di "nazionalizzare" la questione della pace nella penisola meridionale del Paese.

I membri sono stati prima ricevuti dai rappresentanti della comunità diplomatica, che ha espresso il desiderio di "fare il possibile per aiutare la popolazione dell'arcipelago meridionale" e poi dall'arcivescovo Antonio Ledesma, presidente della Commissione per il dialogo interreligioso della Conferenza.

Il presule "ha riconosciuto l'impegno del gruppo a favore della pace" e si è detto "felice" del fatto che "proprio la popolazione di Mindanao sia così decisa a trovare una soluzione".

Dal canto suo, l'Mpc ha chiesto con urgenza ai leader religiosi di "trovare una prospettiva morale e spirituale che possa accelerare il processo di pace" ed ha espresso "la speranza che siano proprio i vertici delle religioni a guidare le parti in causa verso una soluzione al problema territoriale di Mindanao".

E' la terza volta in un mese che i leader religiosi si esprimono a favore di un ritorno ai negoziati di pace fra il governo ed il Milf. Il 30 settembre scorso, i membri della Conferenza dei vescovi e degli ulema delle Filippine hanno chiesto al governo ed ai guerriglieri di ritornare "al più presto" al tavolo dei negoziati "per il bene della popolazione di Mindanao".

Il 15 ottobre i leader religiosi di Mindanao, cristiani e musulmani, hanno reagito alle nuove violenze esplose nella regione con diversi appelli a favore di un'interruzione delle ostilità e di un ritorno al dialogo.

Il Milf combatte da oltre 40 anni contro il governo per ottenere l'autonomia della minoranza musulmana che abita in prevalenza nella parte meridionale delle Filippine. Negli ultimi due anni gli scontri armati sono notevolmente diminuiti dopo l'inizio delle trattative di pace con il governo di Manila.

I colloqui fra i ribelli e Manila si svolgono a Kuala Lumpur, ma sono in una fase di stallo da parecchi mesi per la richiesta - avanzata dal Milf - di ottenere dal governo la gestione di altri mille ettari di terreno. Manila ha dichiarato la richiesta "incostituzionale" e l'ha respinta, provocando l'interruzione dei lavori e la ripresa delle ostilità.

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