Filippine, va al Senato la legge sul controllo delle nascite approvata dalla Camera
Manila (AsiaNews) - Nel giorno dedicato alla Vergine di Guadalupe, protettrice dei non nati, il Congresso filippino ha votato a favore delle legge sul controllo delle nascite, nonostante l'opposizione della Chiesa cattolica e dei movimenti pro-life. Il documento è passato in seconda lettura. Ogni deputato ha espresso a voce il suo voto, motivando la sua scelta come richiesto da diversi vescovi cattolici. Diversi prelati hanno assistito alla seduta, fra essi mons. Gabriel Villaruz Reyes, vescovo di Antipolo e responsabile per il Consiglio famiglia e vita della Conferenza episcopale filippina. Il decreto è ancora fermo al Senato dove la votazione per la seconda lettura si terrà nei prossimi giorni. Secondo i media filippini, questo è un voto storico per il Paese. La legge di salute riproduttiva - Rh Bill 4244 -ha atteso quasi 14 anni per essere approvata dopo cinque diverse modifiche e oltre un anno di discussioni in parlamento.
Il voto ha tenuto con il fiato sospeso milioni di filippini, che nei prossimi mesi potrebbero essere obbligati ad avere non più di due figli. Nella capitale e in diverse città del Paese si sono tenute manifestazioni e cortei contro la famigerata legge, considerata dalla Chiesa una sorta di anticamera per la legalizzazione dell'aborto. Il card. Luis Antonio Tagle, ha celebrato una veglia a favore della vita nel santuario di Nostra Signora di Guadalupe a Makaty (Manila). Processioni e messe sono state organizzate in tutte le parrocchie del Paese. Al primo messaggio del Papa su Twitter, diversi cattolici hanno risposto con un appello per le Filippine, chiedendo al papa di sostenere con la preghiera la loro battaglia contro l'aborto e il controllo sulle nascite.
Oggi, la Conferenza episcopale ha inviato una lettera a tutti i parlamentari, invitandoli a votare secondo coscienza, consapevoli che " la legge si deve basare sulla verità, non sul risultato di una semplice votazione". Secondo i prelati il Paese ha bisogno non di regole per il controllo delle nascite, ma di una nuova legge "per affermare e proteggere la dignità della persona umana, creata a immagine di Dio, la santità della famiglia, cellula della società che anche la Costituzione filippina riconosce come fondamento della nazione".
Dopo varie modifiche, la legge attuale rifiuta l'aborto clinico, ma promuove un programma di pianificazione familiare che invita le coppie a non avere più di due figli. Essa permette in alcuni casi l'obiezione di coscienza, ma allo stesso tempo favorisce la sterilizzazione volontaria. Chiesa e associazioni cattoliche sostengono invece il Natural Family Programme (Nfp), che mira a diffondere tra la popolazione una cultura di responsabilità e amore basata sui valori naturali. Il disegno di legge è promosso soprattutto dalle grandi organizzazioni internazionali, come ad esempio Onu e Unicef, che legano l'alto tasso di natalità alla povertà del Paese. I Paesi che non si attengono a tali norme perdono il diritto a ricevere aiuti umanitari.
Secondo Jemy Gatdula docente di diritto all'Università di Manila, il voto di oggi è "l'espressione di una chiara volontà politica" desiderosa di difendere solo le proprie convinzioni e non il benessere dei cittadini. "In questi giorni ho sentito più volte i senatori Pia Cayetano e Miram Defesor Santiago, coautrici della legge, parlare del 'sesso sicuro e soddisfacente' come si trattasse di un diritto umano garantito dalla legislazione internazionale, quando invece non lo è". Il docente sottolinea che a partire dalla Conferenza internazionale sullo sviluppo della popolazione, avvenuta nel 1994, una parte consistente della sinistra filippina ha presentato il controllo delle nascite come un provvedimento improrogabile per evitare il collasso del Paese, sostenendo che un tale provvedimento fosse vincolante per ricevere aiuti economici dagli organi internazionali. "Tuttavia - aggiunge - la Conferenza del 1994 e le successive hanno sempre parlato di indicazioni e mai di scelte vincolanti". (S.C.)