20/02/2006, 00.00
Filippine
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Filippine, dopo la frana "ogni famiglia piange almeno un lutto"

Il vescovo della diocesi colpita dalla frana spiega ad AsiaNews: "La popolazione è sconvolta: la frana ha cancellato mille ettari di terreno ed innumerevoli vite umane". Caritas filippina: "Siamo concentrati sull'evacuazione della zona e la salvaguardia dei più deboli, bambini ed anziani".

Guinsaugon (AsiaNews) – La Chiesa filippina "è concentrata sul recupero, ma soprattutto sull'assistenza ai sopravvissuti dopo la frana di venerdì scorso. Abbiamo bisogno di tutto: cibo, latte, medicine, vestiti e preghiere". L'appello è rivolto ad AsiaNews da mons. Precioso D. Cantillas, vescovo della diocesi di Maasin: qui si trovava fino a venerdì scorso il villaggio di Guinsaugon, distrutto alle 10 del mattino da una frana.

"Sono sul sito del disastro – racconta – ed ho visitato la zona. E' tutto coperto di fango, le strade sono impraticabili e le case inagibili. La popolazione è sconvolta, perché ha visto in cinque minuti un terremoto ed un tornado, che hanno provocato il distacco di una parte della montagna: la frana ha creato orfani e vedove, oltre a cancellare circa mille ettari di terreno dalla mappa delle Filippine. Ogni famiglia piange almeno un lutto".

"Qui – continua il presule - lavorano marines degli Stati Uniti, un gruppo di soccorso dalla Malaysia, uno da Taiwan ed ovviamente le squadre filippine. E' commovente vedere l'aiuto di queste persone, ma è frustrante che la loro opera sia così rallentata dal fango e dalla pioggia che continua a cadere. Lavorano per salvare il possibile, ma nessuno si fa più molte illusioni".

"Ora – aggiunge - in accordo con il governo provinciale e con quello centrale, dobbiamo impegnarci per trovare una sistemazione agli sfollati. A causa delle piogge e dei tifoni, gli abitanti di 11 villaggi considerati a rischio hanno dovuto abbandonare le loro case e vi sono migliaia di persone senza un riparo. Per adesso sono nelle scuole e nei centri di soccorso diocesani, ma non possono rimanere a lungo. La vita deve riprendere, e per fare questo è necessario che le strutture che ospitano la normalità, come le scuole, siano libere per ricominciare le lezioni".

"Stiamo cercando di coordinare le varie entità che lavorano qui – aggiunge ad AsiaNews suor Rosanne Mallillin, segretario esecutivo della Caritas Filippine – ma noi, come Caritas, cerchiamo di  pensare il più possibile ai bambini ed agli anziani: stiamo cercando latte, in polvere e fresco, e indumenti caldi per proteggere la parte più vulnerabile della popolazione, ma servono anche tanto cibo, acqua, materassini e medicinali".

"Il lavoro di evacuazione – continua – procede, anche se con lentezza, e 576 famiglie sono in salvo in parti sicure dell'isola. Dobbiamo combattere contro strade che sono oramai fiumi di fango e sempre meno tetti disponibili, ma andiamo avanti".

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