Filippine, attacco contro la pagina pro-life del sito della Conferenza episcopale
Gli hacker hanno bloccato il sito per ore con un immagine di un uomo imbavagliato. L’attacco avviene a pochi giorni dal congresso organizzato dai pro-life cattolici contro la legge sul controllo delle nascite. Fonti di AsiaNews sottolineano la confusione politica nel Paese e il calo di popolarità del presidente Aquino.
Manila (AsiaNews) – Gli hacker attaccano il sito web della conferenza episcopale filippina. È la terza volta dal novembre 2010. L’anomalia ha colpito la pagina dedicata alla Commissione episcopale per la salute impegnata nella lotta contro la controversa legge per il controllo delle nascite (Reproductive health bill, RH Bill).
Ieri, per diverse ore è campeggiato nella seazione uno sfondo che ritrae di un uomo imbavagliato (nella foto), con sotto la firma dell’hacker (Aseroh) e la scritta “non ci fermiamo”. Le ragioni di un tale atto sono sconosciute, ma secondo fonti di AsiaNews sarebbe da collegare al prossimo Congresso dei pro-life cattolici, che si terrà a Manila il 25 luglio poche ore prima del discorso sulla situazione nazionale (State on Nation Adress, Sona) del presidente Benino Aquino. Il sito della Conferenza episcopale era già stato attaccato nel 27 novembre 2010 e lo scorso 9 giugno, sempre in occasione di una manifestazioni dei cattolici contro la RH bill.
Le fonti fanno notare la grande confusione politica presente nelle Filippine, che ha colpito nelle scorse settimane anche la Chiesa cattolica, con lo scandalo delle auto regalate ai vescovi durante il governo Arroyo. La Chiesa è sempre stata molto vicino al governo Arroyo, che per anni si è opposto al controllo delle nascite nonostante le pressioni dell’Onu.
“Aquino – spiegano le fonti – ha fatto poco in questo primo anno di governo e ha perso molta popolarità, tradendo le aspettative di molti elettori”. Per le fonti, il presidente non ha gli elementi per fare un bilancio positivo della situazione del Paese. Il processo per Corruzione e brogli elettorali, a carico dell’Arroyo e l’approvazione dell’RH Bill sono i cavalli di battaglia su cui Aquino ha basato la sua campagna elettorale, ma a tutt’oggi non vi sono segni concreti di un cambiamento. (S.C.)
Ieri, per diverse ore è campeggiato nella seazione uno sfondo che ritrae di un uomo imbavagliato (nella foto), con sotto la firma dell’hacker (Aseroh) e la scritta “non ci fermiamo”. Le ragioni di un tale atto sono sconosciute, ma secondo fonti di AsiaNews sarebbe da collegare al prossimo Congresso dei pro-life cattolici, che si terrà a Manila il 25 luglio poche ore prima del discorso sulla situazione nazionale (State on Nation Adress, Sona) del presidente Benino Aquino. Il sito della Conferenza episcopale era già stato attaccato nel 27 novembre 2010 e lo scorso 9 giugno, sempre in occasione di una manifestazioni dei cattolici contro la RH bill.
Le fonti fanno notare la grande confusione politica presente nelle Filippine, che ha colpito nelle scorse settimane anche la Chiesa cattolica, con lo scandalo delle auto regalate ai vescovi durante il governo Arroyo. La Chiesa è sempre stata molto vicino al governo Arroyo, che per anni si è opposto al controllo delle nascite nonostante le pressioni dell’Onu.
“Aquino – spiegano le fonti – ha fatto poco in questo primo anno di governo e ha perso molta popolarità, tradendo le aspettative di molti elettori”. Per le fonti, il presidente non ha gli elementi per fare un bilancio positivo della situazione del Paese. Il processo per Corruzione e brogli elettorali, a carico dell’Arroyo e l’approvazione dell’RH Bill sono i cavalli di battaglia su cui Aquino ha basato la sua campagna elettorale, ma a tutt’oggi non vi sono segni concreti di un cambiamento. (S.C.)
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