Fiaccolata in silenzio, candele alle finestre per la liberazione di p. Bossi
Sono alcune delle iniziative prese ieri nel corso di un incontro che si è svolto nella sede della Regione Lombardia. Continuano le ricerche del missionario rapito, il fratello si dice tranquillo per la sorte di p. Giancarlo.
Roma (AsiaNews) – Una fiaccolata silenziosa per p. Giancarlo Bossi PIME, che si terrà nella sua città natale di Abbiategrasso; candele accese alle finestre di tutti i suoi amici, per far luce ogni sera fino alla sua liberazione. Sono alcune delle proposte giunte ieri da un incontro che si è tenuto all’interno della sede della Regione Lombardia, a Milano.
All’incontro hanno partecipato Marcello Bossi, fratello del missionario rapito a Mindanao lo scorso 10 giugno; p. Davide Sciocco, direttore del Centro missionario PIME di Milano; Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia; Pedro Chan, console delle Filippine ed il sindaco di Abbiategrasso Roberto Rota.
Il p. Sciocco racconta ad AsiaNews che nel corso dell’incontro Marcello Bossi “ha ringraziato tutti coloro che si stanno adoperando per la liberazione di p. Giancarlo, e si è detto tranquillo per le sorti del fratello. Subito dopo, il presidente Formigoni ha espresso solidarietà alla famiglia Bossi ed al Pime, e si è appellato alla stampa affinché non dimentichi questa vicenda”.
Da parte sua, il direttore del Centro missionario ha ricordato “l’impegno dei missionari nelle Filippine, da sempre pionieri del dialogo interreligioso ed operatori di pace. La scelta di rimanere in zone considerate pericolose non proviene da strani impulsi, ma è un segno di fedeltà e di speranza per le popolazioni locali, che vivono situazioni spesso difficili”.
Alle finestre del Campidoglio romano, invece, è stata sempre ieri appesa una fotografia del missionario rapito. E' esposta sulla piazza del Campidoglio la foto di padre Bossi, il missionario rapito nei giorni scorsi nelle Filippine. Il gesto, ha spiegato il sindaco Veltroni, “vuole esprimere la solidarietà di Roma e l'auspicio che padre Bossi, un missionario che ha deciso di dedicare la propria vita agli altri, possa essere al più presto liberato”.
Nel frattempo, nell’arcipelago meridionale di Mindanao continuano le ricerche di p. Bossi, condotte sia dall’esercito che dai guerriglieri del Milf, che hanno assicurato “piena collaborazione” per far tornare a casa salvo il sacerdote italiano.
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