Festa per i 60 anni del Catholic Relief Service in India
L'organizzazione nata negli Stati Uniti, opera in India da decenni. Kevin Hartigan, direttore della sezione Asia del Sud del Crs: "Siamo onorati ed orgogliosi".
New Delhi (AsiaNews) Il Catholic Relief Service (Crs) festeggia oggi, con due giorni di celebrazioni, i 60 anni della sua attività in India, da sempre "mirante al miglioramento della condizione delle classi svantaggiate della popolazione".
Il Crs è stato fondato nel 1943 dalla Conferenza episcopale degli Stati Uniti con lo scopo di aiutare i poveri e gli svantaggiati di tutto il mondo, senza distinzioni di razza, casta o credo. Dopo tre anni, l'organizzazione è arrivata in India, dove ha cercato da subito di coinvolgere la popolazione nel miglioramento della propria condizione.
Kevin Hartigan, 45 anni, è il direttore della sezione Asia del Sud del Crs. Ad AsiaNews dice: "Il nostro lavoro vuole essere un vettore di solidarietà fra la popolazione degli Stati Uniti e quella dell'India. Anche se non operiamo in maniera diretta con la popolazione, diamo il nostro aiuto a circa tremila partner ed organizzazioni indiane".
In India, l'89% di coloro che beneficiano dei progetti del Crs sono indigeni, membri delle caste più basse e tutti coloro che la legge definisce "appartenenti alle classi inferiori". Di base, queste persone sono emarginate: vivono con il lavoro di contadini, operai non specializzati e operatori sanitari nelle strade del Paese. Il Crs cerca di sviluppare dei programmi a loro favore che prevedono l'intervento in campo sanitario, agricolo, dell'istruzione e di prevenzione contro l'Aids.
"La maggior parte del nostro lavoro dice - si concentra sulla cura dei fuori casta, dei tribali e dei dalit, ma vi è un forte impegno anche nel cercare di migliorare la situazione delle bambine e delle donne".
Sulla situazione della discriminazione e delle violenze contro le minoranze, Hartigan ammette: "L'India non è la nostra nazione e noi non abbiamo né le conoscenze, né l'autorità per poter parlare di questi problemi: certo, su alcune situazioni possiamo dire che i nostri partner indiani sono molto impegnati, ma lasciamo a loro la decisione su quali campi muoversi ed in che modo farlo".
"L'aspetto più importante, quello universale, del nostro lavoro sottolinea è la solidarietà tramite l'assistenza umanitaria. Buona parte del nostro lavoro avviene in caso di disastri naturali: All'appello di un valore universale come la carità, la popolazione indiana risponde sempre, molto di più che nel nostro Paese".
"Siamo onorati conclude del benvenuto che abbiamo ricevuto oramai 60 anni fa e dal modo in cui siamo stati trattati dal governo e dai nostri partner in tutto questo tempo. Siamo orgogliosi di poter essere un veicolo che lavora per far comprendere meglio le nostre due nazioni".
Alle celebrazioni previste per il giubileo dell'organizzazione parteciperanno oltre 600 persone.
31/05/2007