Ferma condanna di uno studioso islamico contro la polizia religiosa

Yahya Al Najar, membro dell’Associazione yemenita degli studiosi coranici ha definito illegittima l’attività di quanti girano per le strade e, a bastonate, costringono la gente ad adeguarsi ai più rigidi canoni islamici. Rischi di espanzione del modello saudita di “promozione della virtù e prevenzione del vizio”.

Sanaa (AsiaNews) – Una condanna della autoproclamata polizia religiosa che da qualche tempo opera nello Yemen è stata espressa da un importante studioso islamico yemenita. “Noi condanniamo – ha detto Yahya Al Najar, membro dell’Associazione nazionale degli studiosi coranici – coloro che si ammantano dell’aureola della promozione della virtù e la prevenzione del vizio”.

La “polizia religiosa” è in realtà un corpo di volontari che girano per le strade e, a bastonate, costringono le persone ad adeguarsi ai più rigorosi canoni islamici, sia nell’abbigliamento che nel comportamento. La loro azione ha suscitato vivaci proteste da parte di grupi per la tutela dei diritti umani ed è stata condannata anche da giornali.

Al Najar ha affermato che la autoproclamata polizia è, di fatto, illegittma. “La promozione della virtù e la prevenzione del vizio – ha sostenuto - si fa nelle moschee e non per le strade”. Egli ha spiegato che si tratta di religiosi che perdono seguaci proprio per la loro rigida interpretazione dell’islam e che ora usano la forza per recuperare seguito. Lo studioso ha aggiunto poi di ritenere che la “polizia religiosa” ha ricevuto sostegno da estremisti salafiti che stanno tentando di imporre un sisitema di “virtù e prevenzione del vizio” sul modello di quello esistente in Arabia Saudita.

In effetti, tempo fa la Commissione saudita per la promozione della virtù e la repressione del vizio ha offerto il proprio aiuto a quei Paesi arabi che volessero promuovere una analoga iniziativa. La proposta ha finora trovato eco in un progetto di legge presentato al parlamento kuwaitiano e nei gruppi di volontari yemeniti.