Famiglia e amici spingono i bambini verso la prostituzione
Ricerca denuncia: 60 mila bambini dediti alla prostituzione. La cifra reale potrebbe arrivare a quota 100 mila.
Manila (AsiaNews/Agenzie) Lo sfruttamento della prostituzione minorile nelle Filippine è favorito dalla famiglia e dagli amici. E' lo scioccante risultato di una ricerca sul crimine effettuata da un gruppo di legali che combatte lo sfruttamento della prostituzione minorile, della pornografia e del traffico di bambini (ECPAT). La ricerca sottolinea inoltre che molti sfruttatori sono convinti di "aiutare" i bambini avviandoli alla prostituzione.
L'analisi riporta 74 casi dettagliati di ex bambini sfruttati e di altri che sono ancora costretti a prostituirsi. Secondo l'ECPAT negli anni '90 erano circa 60 mila i bambini coinvolti nel racket della prostituzione. Stime ufficiali parlano di 40 mila bambini, ma alcuni attivisti sostengono che il numero esatto potrebbe essere 100 mila.
Anjanette Saguisag, coordinatrice dell'ECPAT, afferma che "spesso chi avvia i bambini alla prostituzione è la famiglia stessa, oppure persone legate al nucleo familiare o amici". La ricompensa per chi trova bambini da avviare alla prostituzione, può variare da 500 (69 dollari) a 4 mila pesos. "Quanti reclutano bambini sottolinea la coordinatrice ECPAT sanno di compiere un crimine terribile, ma spesso si giustificano dicendo che lo fanno per aiutare le famiglie che vivono in condizioni economiche disperate".
Gli sfruttatori attirano i bambini con la promessa di un lavoro: all'inizio promettono un impiego come operaio, collaboratore domestico o "cantastorie", ma presto li costringono a prostituirsi.
Lo studio rivela che i bambini vengono portati nella vicina Malesia e in Giappone. I clienti di questo ignobile mercato sono in larga parte stranieri: giapponesi, cinesi, sud coreani e "americani". Anjanette Saguisag precisa che "molte ragazzine chiamano americani tutti i bianchi".
L'opera di prevenzione del fenomeno è ostacolata dal clima di omertà che circonda il mercato della prostituzione e dall'inefficienza delle forze dell'ordine. Secondo il sovrintendente capo Yolanda Tanigue, responsabile di un'unità speciale della polizia filippina, "la lotta contro la prostituzione minorile è intralciata dalla riluttanza delle vittime a parlare e dall'inesperienza degli investigatori".