Faisalabad: seguendo Benedetto XVI, cristiani e musulmani dialogano per la pace
di Shafique Khokhar
La diocesi ha organizzato un convegno cui hanno aderito sacerdoti, leader musulmani e studiosi. Mons. Coutts: salvaguardare la laicità dello Stato e rompere le barriere che dividono. Vicario generale: la Costituzione non promuove i principi ispiratori sanciti da Ali Jinnah. Attivisti: combattere con l’istruzione odio e intolleranza.
Faisalabad (AsiaNews) – Cristiani e musulmani devono stringere i rapporti e promuovere una cultura incentrata sul dialogo, la tolleranza, la pace e l’armonia. È quanto emerso in un convegno tenuto nella sala conferenze della cattedrale di Faisalabad, al quale hanno partecipato sacerdoti, leader religiosi musulmani, studiosi, educatori, scrittori e rappresentanti delle associazioni che operano nella società civile. A promuovere il momento comune di discussione e confronto del 10 gennaio scorso – ispirato alle parole di papa Benedetto XVI per la Giornata mondiale della pace – sono stati i membri della Commissione diocesana per il dialogo interreligioso, con lo scopo di rafforzare l’armonia interconfessionale e le relazioni fra le due comunità.
Rivolgendosi ai partecipanti, il vescovo di Faisalabad mons. Jospeh Coutts ha ricordato i principi promossi da Ali Jinnah, fondatore del Pakistan moderno, e il valore profondo della laicità dello Stato. “Religione, casta o credo dei cittadini – ha spiegato il prelato – nulla hanno a che vedere con gli interessi della nazione. Per questo non dovrebbero esserci discriminazioni o distinzioni fra cittadini”. Al contrario egli auspica il rafforzamento della comprensione reciproca, del rispetto, della tolleranza e il valore specifico della diversità, al fine di “rompere le barriere e superare” la diffidenza reciproca.
P. Khalid Rasheed Asi, vicario generale della diocesi, critica la Costituzione che concede “massimi benefici” alle élite e discrimina i gruppi più poveri ed emarginati della società, negando i principi affermati da Ali Jinnah, il padre della patria. Gli fa eco p. Aftab James Paul, direttore della Commissione per il dialogo interreligioso, secondo cui vanno creati “spazi per l’interazione” fra giovani e fra leader religiosi e, come ricorda Benedetto XVI, “pace e armonia” sono i due principali obiettivi da perseguire in quest’anno appena iniziato.
All’incontro hanno partecipato anche attivisti e membri della società civile pakistana. Christina Peter, presidente di Award, sottolinea il ruolo dei leader religiosi “nell’avvicinare i fedeli cristiani e musulmani” e invita a promuovere “la partecipazione della donna” come elemento di unione e confronto nel processo di pace. Anche il direttore di Shadow Anjum James Paul auspica un avvicinamento fra le due comunità, che va favorito con modifiche sostanziali a un sistema educativo e scolastico i quali – oggi – instillano “odio e intolleranza”. Najeeb Ali Shah ricorda infine due grandi personalità assassinate nel 2011 per il loro lavoro a favore della pace e del dialogo interreligioso: Salman Taseer e Shahbaz Bhatti, uccisi dai fondamentalisti islamici. “Per loro – aggiunge – dobbiamo promuovere una cultura di dialogo e tolleranza, piuttosto che violenza e odio”.
Rivolgendosi ai partecipanti, il vescovo di Faisalabad mons. Jospeh Coutts ha ricordato i principi promossi da Ali Jinnah, fondatore del Pakistan moderno, e il valore profondo della laicità dello Stato. “Religione, casta o credo dei cittadini – ha spiegato il prelato – nulla hanno a che vedere con gli interessi della nazione. Per questo non dovrebbero esserci discriminazioni o distinzioni fra cittadini”. Al contrario egli auspica il rafforzamento della comprensione reciproca, del rispetto, della tolleranza e il valore specifico della diversità, al fine di “rompere le barriere e superare” la diffidenza reciproca.
P. Khalid Rasheed Asi, vicario generale della diocesi, critica la Costituzione che concede “massimi benefici” alle élite e discrimina i gruppi più poveri ed emarginati della società, negando i principi affermati da Ali Jinnah, il padre della patria. Gli fa eco p. Aftab James Paul, direttore della Commissione per il dialogo interreligioso, secondo cui vanno creati “spazi per l’interazione” fra giovani e fra leader religiosi e, come ricorda Benedetto XVI, “pace e armonia” sono i due principali obiettivi da perseguire in quest’anno appena iniziato.
All’incontro hanno partecipato anche attivisti e membri della società civile pakistana. Christina Peter, presidente di Award, sottolinea il ruolo dei leader religiosi “nell’avvicinare i fedeli cristiani e musulmani” e invita a promuovere “la partecipazione della donna” come elemento di unione e confronto nel processo di pace. Anche il direttore di Shadow Anjum James Paul auspica un avvicinamento fra le due comunità, che va favorito con modifiche sostanziali a un sistema educativo e scolastico i quali – oggi – instillano “odio e intolleranza”. Najeeb Ali Shah ricorda infine due grandi personalità assassinate nel 2011 per il loro lavoro a favore della pace e del dialogo interreligioso: Salman Taseer e Shahbaz Bhatti, uccisi dai fondamentalisti islamici. “Per loro – aggiunge – dobbiamo promuovere una cultura di dialogo e tolleranza, piuttosto che violenza e odio”.
Vedi anche