E’ ufficiale, Damasco e Gerusalemme stanno parlando di pace
Fonti di entrambi i governi hanno dato contemporaneamente l’annuncio. I colloqui avviati grazie alla mediazione della Turchia. Il cammino non appare facile: in cambio delle Alture del Golan Israele vuole dalla Siria la pace, la fine del sostegno a Hamas e Hezbollah e l’allontanamento dall’Iran.
Gerusalemme (AsiaNews) – Israele e Siria hanno annunciato oggi di aver intrapreso “indiretti colloqui di pace, con la mediazione della Turchia”. L’annuncio, fatto contemporaneamente a Damasco e Gerusalemme conferma ufficialmente quanto si andava dicendo da quasi un anno a tale proposito.
La notizia è stata data all’agenzia ufficiale siriana SANA da “una fonte ufficiale del Ministero degli esteri”, secondo la quale “entrambe le parti hanno espresso il desiderio di avere colloqui con buone intenzioni e hanno deciso di proseguire il dialogo tra loro in modo serio e continuo, per il raggiungimento di una pace globale, secondo le indicazioni della conferenza di pace di Madrid”. Analoga la dichiarazione rilasciata dall’ufficio del premier israeliano Ehud Olmert. Israeliani e siriani esprimono poi ringraziamenti alla Turchia per l’azione di mediazione.
Il cammino che resta da fare non appare semplicissimo. Damasco in principio offre la pace in cambio della restituzione delle Alture del Golan, strategiche e ricche di acqua, prese da Israele con la guerra dei Sei giorni. Semplicemente pace globale in cambio di tutte le Alture.
Più articolata, a quanto si sa, la posizione israeliana. Indiscrezioni non smentite, tempo fa ipotizzavano che Gerusalemme, oltre alla pace, volesse la fine del sostegno siriano a Hamas e Hezbollah ed una presa di distanza dall’Iran. E non è scontato che la restituzione riguardi l’intera estensione delle Alture, sulle quali ci sono numerosi insediamenti israeliani. Il mese scorso, infatti, la notizia diffusa da un’agenzia “indipendente” siriana sui “colloqui segreti” ha suscitato vivaci reazioni politiche ed è stata anche avanzata la proposta di introdurre una legge per la quale la cessione delle Alture va sottoposta a referendum.
Secondo esperti israeliani, la Siria sarebbe anche disposta a prendere le distanze da Teheran, Hamas e Hezbollah, a patto di avere un sostegno economico e politico dagli Stati Uniti. Che hanno certamente interesse ad una rottura dell’asse tra Siria ed Iran, anche e forse soprattutto nella prospettiva della stabilizzazione della situazione irachena. A inizio mese, poi, il segretario di Stato Condoleezza Rice ha espresso sostegno alla mediazione turca, ma ha aggiunto che gli Stati Uniti vorrebbero anche la fine delle interferenze siriane in Libano. Washington, quindi, allarga, e quindi complica, la questione, tanto da far pensare alla necessità di una diversa politica della Casa Bianca, legata magari al successore di Bush. L’anno prossimo.
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