E’ servito solo a “rompere il ghiaccio” l’incontro francese tra i partiti libanesi
di Youssef Hourani
Anche il card. Sfeir ha espresso speranza che il colloquio parigino serva al riavvicinamento. Una bomba contro un mezzo dell’Unifil, lievemente danneggiato, mentre continuano gli scontri a Nahr al-Bared.
Beirut (AsiaNews) – Ha solo permesso di “rompere il ghiaccio” la “tavola” di Celle Saint-Cloud, vicino Parigi, che ha visto riuniti dal 14 ad oggi i rappresentanti delle 14 maggiori forze politiche libanesi. Ma nessun accordo è stato raggiunto, anche se il ministro degli Esteri francese, Bernard Kouchner ha detto che l’incontro ha consentito di “abbozzare un dialogo” per la prosecuzione del quale egli sarà a Beirut dal prossimo 28 luglio.
Contenuti, nel complesso, i commenti della stampa libanese di oggi. An Nahar, quotidiano vicino alla maggioranza parlamentare, scrive “né avanzamento, né scacco per i libanesi, né vittoria né sconfitta per i francesi”. “Ad ambizioni modeste, risultati modesti”, titola dal canto suo il filogovernativo L’Orient Le Jour. Sul fronte opposto, il giornale di opposizione Al Akhbar sottolinea che pur senza aver raggiunto “risultati tangibili”, l’incontro ha permesso di “rompere il ghiaccio” in un’atmosfera calma.
Del tutto diverso il clima nel Paese dei cedri: stamattina al ponte di Qassmiyeh, vicino alla città portuale di Tiro, nel sud, una bomba ha “lievemente danneggiato” un mezzo dell’Unifil, secondo quanto riferisce l’agenzia nazionale NNA, mentre a nord, nel campo di Nahr al-Bared continua la lenta avanzata dell’esercito libanese contro i terroristi di Fatah al-Islam.
Dell’incontro di Celle Saint-Cloud ha parlato, ieri, anche il patriarca maronita, il card. Nasrallah Sfeir, nella prima domenica del suo soggiorno nella sede del patriarcato maronita a Dimane, nel Nord Libano. Il porporato ha ringraziato il governo francese per l’iniziativa, che si pone “nella speranza di un riavvicinamento di punti di vista e di un ristabilimento della comunicazione tra loro”. “Forse – ha aggiunto – ascolteranno ciò che solo la loro coscienza gli detta e saranno più attenti alle aspirazioni delle giovani generazioni”, altrimenti costrette ad emigrare.
Mons Bechara Rahi, arcivescovo maronita di Jbeil, ha presieduto nel monastero di San Charbel la messa all'occasione della festa del primo santo maronita, canonizzato da Paolo VI, alla presenza di più di 50mila fedeli, provenienti da molti parte del Libano e del mondo. Mons. Rahi ha ribadito la necesità di riscoprire i valori insegnati da San Charbel, ammonendo contro il consumismo e contro le teorie che favoriscono l'odio, la violenza ed il terrorismo, ed ha ripetuto il suo ammonimento della settimana scorsa contro il pericolo di islamizzazione del Libano.
Da parte sua, mons Guy-Paul Noujeim, nella chiesa di S. Charbel a Zouk Mosbeh (vicino al luogo dove un mese fa è esplosa un'auto bomba) ha rinnovato il suo invito a tutti perché si sforzino di riscoprire il volto del Santo Charbel, presentando il suo esempio come valido per la società libanese, immersa nell'odio e nel consumismo, ed invitando una nuova volta tutti a vivere l'insegnamento dell'esortazione apostolica post-sinodale del Papa Giovanni Paolo II, perché è basato sulla realtà libanese e capace di trovare rimedio per i nostri problemi.
Mons. Noujeim ha anche rinnovato il suo appello ai giovani perché si sforzino di offrire il loro contributo a favore di un paese, che non morirà per l'intercessione del santo Maronita e di tutti i Santi.
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