Expo, gli ortodossi celebrano San Giovanni di Shanghai
Shanghai (AsiaNews) – La piccola comunità ortodossa cinese ha celebrato con un “moleben”, una solenne liturgia, San Giovanni di Shanghai. Il rito è stato presieduto dall’arciprete Alexei Kiselevich, rettore della comunità ortodossa della metropoli, all’interno della chiesa di San Nicola.
Al moleben erano presenti anche molti fedeli stranieri, in città per visitare l’Expo, e i rappresentanti del governo locale. Le autorità hanno permesso infatti agli ortodossi di celebrare, durante l’esibizione universale, regolari servizi di preghiera. Durante l’anno, invece, la chiesa ortodossa è molto controllata: le celebrazioni regolari si svolgono solo all’interno dell’ambasciata russa. La Chiesa ortodossa non è fra le cinque religioni riconosciute dal governo.
La Chiesa ortodossa russa è giunta in Cina circa 300 anni fa. Le prime comunità erano costituite da russi emigrati e risiedevano soprattutto nel nord del Paese. Anche attualmente la maggioranza dei fedeli è di discendenza russa. Essi sono situati in quattro punti del Paese: nell'Heilongjiang, ad Harbin, dove vi è anche una parrocchia dedicata al Manto protettivo della Madre di Dio; nella Mongolia Interna (a Labdarin); nel Xinjiang (a Kulj e Urumqi).
La Rivoluzione Culturale ha azzerato la presenza di vescovi e preti. Ancora oggi i fedeli non hanno alcun sacerdote, e la domenica si radunano solo saltuariamente per pregare. Vi sono però 13 studenti cinesi ortodossi che studiano all'Accademia teologica Sretenskaya di Mosca e all'Accademia di S. Pietroburgo. Per le grandi cerimonie a Natale e Pasqua vi sono sacerdoti russi che celebrano le funzioni, ma all’interno dei territori dell’ambasciata o dei consolati.
La Chiesa ortodossa cinese ha una giurisdizione autonoma, ma il Patriarcato di Mosca e quello di Costantinopoli cercano di farla entrare nella loro orbita. Dal Patriarcato ecumenico di Costantinopoli dipende il metropolita Nektarios, con base ad Hong Kong. Questa sede produce molte pubblicazioni per i fedeli cinesi e ha spesso sottolineato l’esigenza di una maggiore libertà religiosa.
Proprio San Giovanni di Shanghai è stato un campione della libertà religiosa. Nato in Ucraina nel 1896, è arrivato in Cina nel 1934 dopo essere stato consacrato vescovo. Qui ha riunito la comunità ortodossa, divisa su basi etniche, e ha completato la costruzione della grande cattedrale. Dopo la presa di potere dei maoisti, è stato costretto a emigrare a San Francisco, dove è morto.
31/07/2018 08:12