Evangelizzare in Asia, evangelizzare in Europa
di Bernardo Cervellera
La Nuova evangelizzazione può essere alimentata dall’incontro e dal rapporto con le Chiese dell’Asia, fra le più perseguitate, ma anche fra le più vive e in crescita. Molti giovani, visitando le missioni, decidono di dedicare la vita all’evangelizzazione. Missio ad gentes e nuova evangelizzazione vanno insieme.
Roma (AsiaNews) - AsiaNews ha deciso di aprire un nuovo settore della sua attività: oltre all’impegno editoriale, di informazione su quanto avviene nelle società e nelle Chiese dell’Asia, abbiamo aperto la sezione “viaggi”, offrendo ai nostri lettori non solo la possibilità di “leggere” sull’Asia, ma di vederla e toccarla. Pur aiutati da un’agenzia altamente professionale, la nostra proposta non è “turistica”, ma missionaria. Vorremmo infatti che chi viaggia con noi non si accontenti solo delle foto ai monumenti, ai templi e alle foreste, ma incontri la Chiesa viva del Paese visitato. Questa scelta aiuterà senz’altro a conoscere molto di più e in modi più appassionanti le culture e i popoli dell’Asia. In programma vi sono viaggi in Cina, Terra Santa, India, Bangladesh, Thailandia, Giappone, Corea, ecc… , dandone sempre notizia anticipata sul nostro sito www.asianews.it.
Pensiamo che questi viaggi siano un’occasione di missione. Chi ha potuto già visitare una comunità cristiana in Cina, o in India non può che rimanere stupito nel vedere la vitalità e la gioia che i fedeli di queste comunità esprimono, pur conoscendo e soffrendo difficoltà e persecuzione per la loro fede. La loro gioia e l’orgoglio di essere cristiani è tale da comunicarsi e diffondersi fra amici, parenti, colleghi e compagni di scuola o di lavoro. Non bisogna dimenticare che le Chiese dell’Asia sono fra quelle più perseguitate, ma anche quelle che crescono di più al mondo (insieme a quelle africane). In soli otto anni (dal 2000 al 2008) esse sono cresciute del 15,61%. A confronto, nello stesso periodo, le Chiese in Europa sono cresciute dell’1%.
L’incontro con questi nostri fratelli e sorelle ci può portare a condividere un po’ le loro fatiche, a essere solidali con loro, con la loro povertà, ma ci offre anche l’occasione di essere contagiati dal loro entusiasmo e certezza della fede. Non pochi giovani, visitando una missione per una volta, hanno deciso di rimanere in rapporto con il sacerdote o i fedeli incontrati, passando via via dagli aiuti economici e culturali al dono della vita: sono diventati sacerdoti missionari.
Rimane sempre vera la frase del beato Giovanni Paolo II: “La missione rinnova la Chiesa, rinvigorisce la fede e l’identità cristiana, dà nuovo entusiasmo e nuove motivazioni. La fede si rafforza donandola!”(Giovanni Paolo II, Enc. Redemptoris missio, 2). E subito dopo afferma: “La nuova evangelizzazione dei popoli cristiani troverà ispirazione e sostegno nell’impegno per la missione universale”.
La preoccupazione per la “nuova evangelizzazione” ha segnato la vita del papa polacco , ma è divenuta addirittura un programma con Benedetto XVI, che ha perfino voluto aprire un dicastero apposito. Nel Messaggio per la Giornata missionaria mondiale, che quest’anno si celebra il 23 ottobre, egli afferma che il compito dell’evangelizzazione dei non cristiani “non ha perso la sua urgenza”. E aggiunge: “Non solo; ma si allarga la schiera di coloro che, pur avendo ricevuto l’annuncio del Vangelo, lo hanno dimenticato e abbandonato, non si riconoscono più nella Chiesa; e molti ambienti, anche in società tradizionalmente cristiane, sono oggi refrattari ad aprirsi alla parola della fede. È in atto un cambiamento culturale, alimentato anche dalla globalizzazione, da movimenti di pensiero e dall’imperante relativismo, un cambiamento che porta ad una mentalità e ad uno stile di vita che prescindono dal Messaggio evangelico, come se Dio non esistesse, e che esaltano la ricerca del benessere, del guadagno facile, della carriera e del successo come scopo della vita, anche a scapito dei valori morali”.
Benedetto XVI mette dunque sulla stessa direzione di lavoro la missione ad gentes e la nuova evangelizzazione. Non ci può essere missionario all’estero che non abbia a cuore anche il risveglio della fede nel suo Paese di origine; e non ci può essere cristiano italiano che non abbia cura dell’evangelizzazione del mondo. Lì dove pulsa un cuore cattolico – in Italia, in India, in Cina – vi è lo slancio alla missione universale.
Pensiamo che questi viaggi siano un’occasione di missione. Chi ha potuto già visitare una comunità cristiana in Cina, o in India non può che rimanere stupito nel vedere la vitalità e la gioia che i fedeli di queste comunità esprimono, pur conoscendo e soffrendo difficoltà e persecuzione per la loro fede. La loro gioia e l’orgoglio di essere cristiani è tale da comunicarsi e diffondersi fra amici, parenti, colleghi e compagni di scuola o di lavoro. Non bisogna dimenticare che le Chiese dell’Asia sono fra quelle più perseguitate, ma anche quelle che crescono di più al mondo (insieme a quelle africane). In soli otto anni (dal 2000 al 2008) esse sono cresciute del 15,61%. A confronto, nello stesso periodo, le Chiese in Europa sono cresciute dell’1%.
L’incontro con questi nostri fratelli e sorelle ci può portare a condividere un po’ le loro fatiche, a essere solidali con loro, con la loro povertà, ma ci offre anche l’occasione di essere contagiati dal loro entusiasmo e certezza della fede. Non pochi giovani, visitando una missione per una volta, hanno deciso di rimanere in rapporto con il sacerdote o i fedeli incontrati, passando via via dagli aiuti economici e culturali al dono della vita: sono diventati sacerdoti missionari.
Rimane sempre vera la frase del beato Giovanni Paolo II: “La missione rinnova la Chiesa, rinvigorisce la fede e l’identità cristiana, dà nuovo entusiasmo e nuove motivazioni. La fede si rafforza donandola!”(Giovanni Paolo II, Enc. Redemptoris missio, 2). E subito dopo afferma: “La nuova evangelizzazione dei popoli cristiani troverà ispirazione e sostegno nell’impegno per la missione universale”.
La preoccupazione per la “nuova evangelizzazione” ha segnato la vita del papa polacco , ma è divenuta addirittura un programma con Benedetto XVI, che ha perfino voluto aprire un dicastero apposito. Nel Messaggio per la Giornata missionaria mondiale, che quest’anno si celebra il 23 ottobre, egli afferma che il compito dell’evangelizzazione dei non cristiani “non ha perso la sua urgenza”. E aggiunge: “Non solo; ma si allarga la schiera di coloro che, pur avendo ricevuto l’annuncio del Vangelo, lo hanno dimenticato e abbandonato, non si riconoscono più nella Chiesa; e molti ambienti, anche in società tradizionalmente cristiane, sono oggi refrattari ad aprirsi alla parola della fede. È in atto un cambiamento culturale, alimentato anche dalla globalizzazione, da movimenti di pensiero e dall’imperante relativismo, un cambiamento che porta ad una mentalità e ad uno stile di vita che prescindono dal Messaggio evangelico, come se Dio non esistesse, e che esaltano la ricerca del benessere, del guadagno facile, della carriera e del successo come scopo della vita, anche a scapito dei valori morali”.
Benedetto XVI mette dunque sulla stessa direzione di lavoro la missione ad gentes e la nuova evangelizzazione. Non ci può essere missionario all’estero che non abbia a cuore anche il risveglio della fede nel suo Paese di origine; e non ci può essere cristiano italiano che non abbia cura dell’evangelizzazione del mondo. Lì dove pulsa un cuore cattolico – in Italia, in India, in Cina – vi è lo slancio alla missione universale.
Vedi anche
Papa: Grazie ai missionari e ai martiri
24/10/2004
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Il mondo ha urgenza della missione della Chiesa
02/10/2017 14:09
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