Evangelizzare i montagnards, fra ostacoli e discriminazioni
Kon Tum (AsiaNews) – Discriminazioni delle autorità governative, un numero insufficiente di preti, spesso costretti a lunghi e impegnativi spostamenti per incontrare le diverse comunità sparse sul territorio, il problema della lingua e la mancanza di cibo. Sono solo alcune fra le tante sfide che la Chiesta cattolica vietnamita vive nel quotidiano nella zona degli altipiani centrali, in un’area che comprende le diocesi di Kontum, Pleiku, Ban Me Thuot, Qui Nhon e Da Lat.
I pochi preti sufficienti a coprire un territorio così vasto devono spesso subire discriminazioni e ostacoli da parte dei governi, nonostante gli sforzi profusi per portare aiuti concreti e un conforto spirituale a persone che vivono in condizioni di estrema povertà. La mancanza di mezzi di trasporto e di una rete viaria adeguata rendono ancora più difficoltosi gli spostamenti: un problema non solo per i sacerdoti che vogliono recarsi nelle comunità dell’interno per celebrare la messa, ma anche per i bambini che sovente si vedono costretti a lunghi tragitti sotto la pioggia o in zone impervie per seguire il catechismo e ascoltare la parola di Dio. Spesso le condizioni di vita che si presentano agli occhi dei missionari, sono le stesse incontrate dai primi religiosi francesi e vietnamiti giunti nel XIX secolo nei territori di Kontum e Ban Me Thuat.
Per favorire l’incontro e il dialogo, molti missionari studiano il dialetto parlato dalla gente, in particolare fra gli appartenenti alle minoranze etniche. Il Bahnar è la lingua di riferimento nelle zone montuose del Paese: per favorire l’opera di evangelizzazione i preti hanno redatto copie della Bibbia e le principali preghiere nella lingua locale, sottoponendo le traduzioni all’approvazione della conferenza episcopale vietnamita, che nel 2006 ha accolto i nuovi testi. Oltre alla lingua Bahnar, sono state approntate le traduzioni in dialetto Jrai e Xôñaêng.
Il lavoro dei missionari non si limita all’annuncio della parola di Dio, ma si inserisce in un contesto più ampio di progetti a sostegno della popolazione, spesso segnata da malnutrizione nonostante la zona sia ricca di piantagioni di riso. Un’opera gravosa ma fondamentale per garantire un livello minimo di sussistenza, a testimonianza dello spirito con il quale opera la Chiesa locale, attenta ai bisogni materiali e spirituali della gente.