Eterogenea e apolitica, l’opposizione russa è contro Putin, ma senza un leader
di Nina Achmatova
In piazza continua a scendere la nascente classe media, ma per ora il movimento non ha figure leader. Gli organizzatori: per adesso l’obiettivo è formare una società civile e delegittimare il partito di Putin.
Mosca (AsiaNews) – Eterogeneo, trasversale, non strutturato in gerarchie e apolitico: il movimento che in Russia sta animando le più vaste proteste anti-governative degli ultimi 15 anni è difficile da classificare. Dopo la grande manifestazione del 24 dicembre a Mosca, sociologi e media stanno provando a darne una definizione.
Da un mese il movimento chiede l’annullamento delle ultime elezioni legislative, la riforma della legge elettorale e la fine del cosiddetto “putinismo”. Il premier Vladimir Putin, principale bersaglio degli slogan scanditi dai manifestanti, sta usando la mancanza di un leader-interlocutore nel movimento per giustificare il non dialogo tra il suo governo e la piazza. Per alcuni esperti, finché le proteste non avranno un volto ben definito, il Cremlino non si sentirà mai abbastanza minacciato per aprire il confronto.
Ma per ora, quella che è stata ribattezzata “l’opposizione extra sistema” non cerca né leader, né un’agenda politica. Evghenia Chirikova, attivista per l’ecologia e tra gli animatori delle manifestazioni, dichiara ad AsiaNews: “Non è importante strutturarsi in un partito politico; adesso l’importante è formare una società civile consapevole dei propri diritti e togliere potere e credibilità al partito dei ladri e dei truffatori”. Così è infatti chiamata ormai la formazione di governo “Russia Unita”, vincitrice delle ultime elezioni tra accuse di brogli e irregolarità.
Secondo i sociologi, gli intellettuali, attivisti per i diritti umani, giovani studenti e lavoratori, piccoli imprenditori e liberi professionisti, che stanno scendendo in piazza in modo pacifico organizzandosi su internet e social network, rappresentano la nascente classe media russa. Si tratta della “Mosca creativa”, ha detto Boris Nemtsov, ex vice premier di Etsin e ora a capo del movimento Solidarnost che organizza le manifestazioni: “Persone educate, istruite, che viaggiano e si informano sul web e non sui media ufficiali”.
Gli istituti demoscopici confermano. Secondo una ricerca condotta dal centro indipendente Levada, il 62% ha una laurea, il 69% appoggia partiti liberali o ‘democratici’ e più di due terzi usa con regolarità il web, che continua a rimanere lo strumento più importante dell’opposizione. I tre quarti dicono di protestare contro le autorità, ma non hanno una visione comune su chi possa rappresentare l’alternativa a Putin, che si prepara a tornare al Cremlino, con le presidenziali del 4 marzo.
Per il 41% dei rispondenti al sondaggio, il giornalista Leonidi Parfionov incarna un possibile leader, mentre il popolare scrittore Boris Akunin e il famoso blogger Alexei Navalny raccolgono rispettivamente il 35% e il 36%. Da notare, però, che solo il 22% si dice pronto a votare per Navalny come presidente, mentre il 21% sceglierebbe Grigory Yavlinsky, leader del partito d’opposizione extra parlamentare Yabloko.
Un altro sondaggio, ma dell’istituto statale Vtsiom, conferma a grandi linee le stesse caratteristiche. E mentre la nascente società civile russa promette di continuare a scendere in piazza fino alle presidenziali di marzo, già denunciate come illegittime, Vladimir Putin, candidato favorito, affronta un vero crollo di popolarità passando dal 60% dei consensi del 2008 all’attuale 44%, come rivela il centro demoscopico Opinione Pubblica.
Per lui a marzo voteranno principalmente gli abitanti della Siberia, con uno stipendio inferiore alla media, residenti delle zone rurali, gli anziani e le donne. Il premier, invece, è molto meno popolare tra i cittadini con redditi più elevati, istruzione superiore, i residenti di Mosca e del Distretto Federale Centrale in età tra 45 e 54 anni.
Da un mese il movimento chiede l’annullamento delle ultime elezioni legislative, la riforma della legge elettorale e la fine del cosiddetto “putinismo”. Il premier Vladimir Putin, principale bersaglio degli slogan scanditi dai manifestanti, sta usando la mancanza di un leader-interlocutore nel movimento per giustificare il non dialogo tra il suo governo e la piazza. Per alcuni esperti, finché le proteste non avranno un volto ben definito, il Cremlino non si sentirà mai abbastanza minacciato per aprire il confronto.
Ma per ora, quella che è stata ribattezzata “l’opposizione extra sistema” non cerca né leader, né un’agenda politica. Evghenia Chirikova, attivista per l’ecologia e tra gli animatori delle manifestazioni, dichiara ad AsiaNews: “Non è importante strutturarsi in un partito politico; adesso l’importante è formare una società civile consapevole dei propri diritti e togliere potere e credibilità al partito dei ladri e dei truffatori”. Così è infatti chiamata ormai la formazione di governo “Russia Unita”, vincitrice delle ultime elezioni tra accuse di brogli e irregolarità.
Secondo i sociologi, gli intellettuali, attivisti per i diritti umani, giovani studenti e lavoratori, piccoli imprenditori e liberi professionisti, che stanno scendendo in piazza in modo pacifico organizzandosi su internet e social network, rappresentano la nascente classe media russa. Si tratta della “Mosca creativa”, ha detto Boris Nemtsov, ex vice premier di Etsin e ora a capo del movimento Solidarnost che organizza le manifestazioni: “Persone educate, istruite, che viaggiano e si informano sul web e non sui media ufficiali”.
Gli istituti demoscopici confermano. Secondo una ricerca condotta dal centro indipendente Levada, il 62% ha una laurea, il 69% appoggia partiti liberali o ‘democratici’ e più di due terzi usa con regolarità il web, che continua a rimanere lo strumento più importante dell’opposizione. I tre quarti dicono di protestare contro le autorità, ma non hanno una visione comune su chi possa rappresentare l’alternativa a Putin, che si prepara a tornare al Cremlino, con le presidenziali del 4 marzo.
Per il 41% dei rispondenti al sondaggio, il giornalista Leonidi Parfionov incarna un possibile leader, mentre il popolare scrittore Boris Akunin e il famoso blogger Alexei Navalny raccolgono rispettivamente il 35% e il 36%. Da notare, però, che solo il 22% si dice pronto a votare per Navalny come presidente, mentre il 21% sceglierebbe Grigory Yavlinsky, leader del partito d’opposizione extra parlamentare Yabloko.
Un altro sondaggio, ma dell’istituto statale Vtsiom, conferma a grandi linee le stesse caratteristiche. E mentre la nascente società civile russa promette di continuare a scendere in piazza fino alle presidenziali di marzo, già denunciate come illegittime, Vladimir Putin, candidato favorito, affronta un vero crollo di popolarità passando dal 60% dei consensi del 2008 all’attuale 44%, come rivela il centro demoscopico Opinione Pubblica.
Per lui a marzo voteranno principalmente gli abitanti della Siberia, con uno stipendio inferiore alla media, residenti delle zone rurali, gli anziani e le donne. Il premier, invece, è molto meno popolare tra i cittadini con redditi più elevati, istruzione superiore, i residenti di Mosca e del Distretto Federale Centrale in età tra 45 e 54 anni.
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