Esuli e attivisti contro la visita del generalissimo Than Shwe in India
Mumbai (AsiaNews) – La presunta visita “religiosa” in India del gen. Than Shwe capo del giunta Birmana crea preoccupazione e rabbia tra esuli birmani e attivisti per i diritti umani, che accusano il governo indiano di guardare solo ai propri interessi economici.
Durante la sua visita, in programma in dal 25 al 29 luglio, Than Shwe si recherà a Haiderabad, capitale dell'Andhra Pradesh centro di produzione della Tata, la più grande casa automobilistica indiana, intenzionata ad aprire nel “più economico” Myanmar.
In questi giorni Sajan K. George, presidente nazionale del Global Council of Indian Christians (GCIC), ha inviato un appello al primo ministro Manmohan Singh, dove chiede al governo indiano maggior impegno per il ripristino della democrazia e del rispetto dei diritti umani in Myanmar.
“Siamo profondamente turbati – afferma l’attivista - dalla visita ufficiale del gen. Than Shwe in India, perché egli non rappresenta i 50 milioni di cittadini birmani, ma rappresenta solo il regime militare colpevole di eccidi di massa e di sistematici crimini che violano le leggi internazionali”.
Sajan George invita tutti i rappresentanti del governo indiano a boicottare la visita, che deve essere considerata come un affronto per gli abitanti delle più grande democrazia del mondo. “Chiediamo – aggiunge - a tutte le persone elette dal popolo indiano di cogliere questa occasione per dare un forte messaggio all’impopolare dittatore del Myanmar. L’india non dovrebbe collaborare con questo regime”.
Ancora più dura la critica dei dissidenti birmani in esilio in India, che considerano la visita un espediente del regime birmano per legittimare le elezioni previste entro il 2010.
Than Kyaw, presidente della Burma Student League, afferma: “Dopo aver adottato una politica di impegno con il Myanmar, l'India non può compiere azioni che possono irritare la cricca militare birmana. Tutti sanno sanno che le elezioni birmane non saranno libere ed eque, ma l'India non le vede come un fattore negativo. Per questa ragione in questi giorni il governo non dirà nulla sull’argomento per non dare fastidio al generale".
Secondo Zaw Aung, segretario della Federazione dei sindacati del Myanmar (Ftub) la visita ha soprattutto un obiettivo commerciale. La Tata vuole trasferire parte della produzione della sua automobile “Nano” in Myanmar, ma non si è ancora accordata con la giunta sul prezzo di vendita del prodotto, a tutt’oggi considerato poco vantaggioso per il regime birmano. "Tata – afferma - ha sempre voluto vendere la sua auto a un prezzo conveniente, e su questo vi sono stati molti negoziati con la giunta birmana. Dopo questa visita, il generale guadagnerà il supporto della più grande democrazia del mondo e Tata avrà risolto tutti i suoi problemi”. (N.C.)