04/05/2010, 00.00
MYANMAR – INDIA
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Esule birmano: Than Shwe il “Terminator”, ha annientato la democrazia in Myanmar

di Tint Swe
Tint Swe, membro del governo in esilio, sottolinea che l’esercito potrà “vincere una battaglia”, ma la guerra per i diritti umani e il diritto “non è ancora finita”. Con lo scioglimento della Nld, gli attivisti del partito di opposizione si occuperanno dei problemi sociali, dei poveri, dei malati. Le frange armate delle minoranze etniche spina nel fianco del regime militare.
New Delhi (AsiaNews) – Il 7 maggio prossimo la Lega nazionale per la democrazia, il principale partito di opposizione al regime militare birmano, verrà sciolto. Dopo 21 anni di lotta democratica, la vittoria alle elezioni del 1990 – mai riconosciute dalla giunta – e il sacrificio di Aung San Suu Kyi, Nobel per la pace che ha trascorso 14 degli ultimi 20 anni agli arresti, il partito sarà “illegale” perché ha rifiutato l’iscrizione nelle liste elettorali in vista delle elezioni politiche del 2010.
 
Sulla vicenda AsiaNews ha raccolto il parere di Tint Swe, membro del consiglio dei ministri del National Coalition Government of the Union of Burma (NCGUB), costituito da rifugiati del Myanmar dopo le elezioni del 1990 vinte dalla Lega Nazionale per la Democrazia e mai riconosciuto dalla giunta militare. Fuggito in India nel 1990, dal 21 dicembre del 1991 vive a New Delhi. Da allora fa parte del NCGUB dove ricopre l’incarico di responsabile dell’informazione per l’Asia del Sud e Timor Est.
 
Gli eventi in Myanmar sono sempre fonte di stupore. La ex Birmania è la sola nazione in cui un'elezione regolare viene dichiarata illegale e i partiti che hanno vinto in precedenza l’elezione, costretti a procedere alla registrazione per partecipare all’elezione successiva. [In un ideale parallelo con la Gran Bretagna] Se in Myanmar vi fossero i Whigs e i Tories, ogni volta essi dovrebbero registrarsi prima di partecipare al voto. Al tempo stesso, il partito laburista dovrebbe scaricare Gordon Brown se a capo della Commissione elettorale vi è un ex alto ufficiale dell’esercito. Le leggi elettorali impediscono a tutti i funzionari governativi di partecipare alla politica attiva, ma al Primo Ministro in carica è concesso di fondare un nuovo partito politico e ricoprirne la carica di presidente.
 
Tutte le critiche, le obiezioni, i commenti contrari, le opposizioni e le sfide legali sono subito ignorate. Questo, ad ogni modo, è il Myanmar! Non rimanevano alternative per Aung San Suu Kyi se non prendere le distanze dalle prossime elezioni. E così dopo 21 anni, 7 mesi e 10 giorni, la Lega nazionale per la democrazia (Nld) è destinata a trasformarsi in un’entità apolitica, a partire dal 7 maggio prossimo.
 
La grande trama della giunta militare, volta a trasformare i gruppi per il cessate il fuoco in guardie di frontiera (le Border Guard Forces, Bgf), deve fronteggiare una strenua opposizione dei potenti gruppi armati. Lo United Wa State Army (Uwsa), il Kachin Independent Army (Kio), il New Mon State Party (Nmsp) e lo Shan State Army (Ssa North) possiedono armi e hanno la capacità di difendere se stessi. Ma la Nld, che diventerà un movimento apolitico, ha solo sostenitori disarmati e dovrà comportarsi in altro modo. Quindi la resistenza armata e l’opposizione pacifica sono entrambe contro i piani di cambiamento promossi dalla giunta.
 
Aung San Suu Kyi ha dato disposizioni affinché la bandiera e i simboli del partito restino esposti. I suoi vice nel partito spiegano che la Nld non intende tradire la popolazione birmana e non volterà mai loro le spalle. Non è una novità che la Nld sia costretta a sopravvivere senza sedi istituzionali. Dal 2003 al 2010 le autorità hanno chiuso uffici della Nld in tutto il Paese, lasciandone solo uno a Yangon. Oscurare i simboli che attestano l’esistenza legale di un partito in Myanmar non ha costituito una violazione alla legge per 20 anni. La distruzione delle immagini dei partiti non registrati, da oggi, sarà pienamente ammissibile. E qui non si parla di Arnold Schwarzenegger, ma del generalissimo Than Shwe, che reciterà nel prossimo episodio della saga di Terminator.  
 
Aung San Suu Kyi riferisce che la Nld non verrà smantellata anche nel caso di scioglimento del partito. Ma la Nld deve remare controcorrente. Dal momento in cui il partito ha deciso di non procedere alla registrazione, i suoi esponenti hanno trovato moltissime attività al di fuori della politica che possono svolgere per il bene del popolo e di milioni di bisognosi. Essi lavorano per i prigionieri politici e le vittime del ciclone Nargis. I malati di Aids e Hiv, i bambini soldato, le persone sottoposte a lavori forzati sono le questioni salienti da affrontare. I giovani fanno campagna per raccontare alla popolazione i vizi della Costituzione del 2008 e le macchie della Legge elettorale. Le donne guadagnano meriti facendo offerte di cibo ai monaci buddisti e pregano per il rilascio della “Signora” e di tutti i prigionieri politici.
 
Lo Union Solidarity and Development Party (Usdp) guidato dal cosiddetto Primo Ministro in borghese è alle prese con una frenetica campagna elettorale. Un’azienda costruita con il denaro statale è diventata un regalo del premier ai suoi sostenitori. I centri sanitari gratuiti e le librerie nella divisione di Sagaing sono doni del Ministro dell’informazione, che dovrebbe ricoprire la carica di Ministro capo della divisione stessa. I candidati che appartenevano all’esercito promettono nuove reti viarie a Yangon. Il vice Ministro dell’interno ha rilasciato carte d’identità temporanee ai cinesi nella città di Meogong.
 
Il regime continua a usare le solite vecchie tecniche. La richiesta di Aung San Suu Kyi di partecipare alle elezioni del 1990 è stata in un primo tempo accettata, poi respinta. Oggi, ancora una volta, i lavori di ristrutturazione nella casa di Aung San Suu Kyi hanno ottenuto il via libera e due vertenze legali promosse da Aung San Suu Kyi e da U Aung Shwe, il presidente del partito e altri parlamentari sono state accolte dal tribunale. Nessuno si sorprenderà se, alla fine, tutte riceveranno una risposta negativa.
 
In ogni caso, anche senza la Nld, non tutto filerà liscio in queste elezioni generali del 2010. Il voto è sinonimo di una democrazia multi-partitica ma è evidente [in Myanmar] che gli elettori devono esprimere una scelta fra bianco e nero come in un referendum, perché siamo di fronte a una lotta fra Davide e Golia. L’esercito potrà vincere una battaglia, ma la guerra non è ancora finita.
 
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