06/02/2009, 00.00
ISRAELE - PALESTINA
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Espulsi da Israele gli attivisti della nave “della Fraternità” per gli aiuti a Gaza

di Joshua Lapide
La marina israeliana aveva bloccato ieri la nave temendo che portasse armi per i palestinesi. Invece portava aiuti umanitari. Fra i fermati e poi espulsi mons. Hilarion Capucci, attuale vescovo titolare di Cesarea.

Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) – Un gruppo di attivisti filo-palestinesi, bloccati dalla marina israeliana su una nave con aiuti umanitari per Gaza, ha raggiunto il Libano stamane.

I 10 attivisti, nove libanesi e un palestinese residente in Libano, con l’aiuto delle forze di pace Onu , hanno attraversato la frontiera israelo-libanese e sono giunti oggi nella città di Naqoura.

Fra di loro vi era anche l’anziano vescovo greco-cattolico Hilarion Capucci, 86 anni, che è stato portato in Siria.

I 10 si erano imbarcati su una nave con bandiera togolese e voleva portare aiuti umanitari a Gaza, cercando di forzare o sfuggire al blocco della marina israeliana. La nave, il cui nome è Tali, ma è stata ribattezzata “nave della fraternità”, è stata fermata, ispezionata e scortata nel porto di Ashdod. I militari israeliani sospettavano che la nave portasse delle armi per Hamas, ma hanno trovato solo centinaia di bottiglie di acqua minerale e diversi chili di cibo e medicinali.

I 10 attivisti e l’equipaggio – in tutto 18 persone – sono stati espulsi e rimandati in Libano o verso altre destinazioni.

Secondo gli organizzatori del viaggio, fra cui Salam Khoder, corrispondente di Al Jazeera e Hani Suleiman, la marina israeliana ha bloccato la nave in acque territoriali egiziane e prima di abbordarla e salirvi sopra, hanno aperto il fuoco. Hanno poi picchiato alcuni degli attivisti.

Mons. Hilarion Capucci, arcivescovo titolare di Cesarea, nel 1974 era stato arrestato perché accusato di contrabbando di armi dal Libano all’Organizzazione per la Palestina: nel portabagagli della sua auto erano state trovate delle armi, di cui il prelato non sapeva la provenienza. Condannato a 12 anni di prigione, era stato poi liberato su richiesta della Santa Sede.

Il primo ministro libanese Fouad Siniora ha condannato l’atteggiamento di Israele: “Quelli che commettono massacri contro innocenti civili in Libano e gaza non dovrebbero permettersi , davanti agli occhi di tutto il mondo, di assaltare una nave che porta aiuti umanitari”.

Negli ultimi  mesi vi sono stati diversi tentativi di rompere il blocco navale che domina su Gaza, da parte di simpatizzanti della popolazione civile palestinese, che soffre di mancanza di viveri, medicine e carburante.

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