Espulsi a Dubai 4mila operai che hanno scioperato
Nel Paese l’astensione dal lavoro è vietata. A manifestare chiedendo un trattamento migliore, persone in gran parte provenienti da India, Pakistan e Bangladesh, per lo più impegnate nella costruzione del più alto grattacielo del mondo.
Dubai (AsiaNews) – Espulsione in massa per 4mila operai edili che nel week-end hanno scioperato e manifestato a Dubai per avere migliori condizioni di lavoro. Gli operai, provenienti soprattutto da India, Bangladesh e Pakistan, sono accusati di atti di vandalismo, per aver preso a sassate alcune automobili di privati e mezzi della polizia.
Negli Emirati, non ci sono veri sindacati e lo sciopero è vietato: un funzionario del Ministero del lavoro ha commentato la vicenda affermando che “se gli operai non vogliono lavorare, non possiamo obbligarli”.
All’origine della manifestazione di protesta, che per due giorni ha visto coinvolte migliaia di persone, le difficili condizioni di lavoro degli operai, in gran parte impegnati nella costruzione del Burj Dubai, che con i suoi 643 metri sarà il più alto grattacielo del mondo. “Il costo della vita – ha detto ad Al Jazeera Rajesh Kumar, un indiano di 24 anni, proveniente dall’Andhra Pradesh – è molto aumentato negli ultimi due anni e non riesco a sopravvivere con un salario di 149 dollari al mese”.
Di sciopero, intanto, si parla nel vicino Kuwait. All’origine della minacciata astensione dal lavoro, l’accusa che i dipendenti delle industrie del petrolio e della petrolchimica, rivolgono ad una commissione governativa per la mancata classificazione dei ruoli e degli stipendi dei dipendenti.
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