13/10/2010, 00.00
LIBANO - IRAN
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Esplode la vettura di un imam pro-Hezbollah, mentre arriva Ahmadinejad a Beirut

Non vi sono vittime, né feriti, ma la macchina è stata distrutta e sono saltati tutti i vetri di casa. Ieri l’imam aveva difeso Ahmadinejad. Molti libanesi si oppongono alla visita del presidente iraniano accusandolo di “ingerenza” e di voler trasformare il Libano in una “base iraniana” per la guerra contro Israele.
Beirut (AsiaNews/Agenzie) – La vettura di un imam sostenitore degli Hezbollah è esplosa stamane all’alba davanti alla sua casa nel nord del Paese, a poche ore dall’arrivo in Libano del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad.
 
L’esplosione non ha fatto feriti né vittime, ma la vettura dello sheikh Mustafa Malas è completamente bruciata e i vetri di casa sono stati sbriciolati.
 
L’attentato è uno dei segni di opposizione alla visita del controverso presidente iraniano, accusato dai libanesi di voler trascinare il Medio oriente in una guerra contro Israele, appoggiando le posizioni di Hezbollah.
 
L’imam Malas è membro del Consiglio degli ulema (dottori coranici) del Libano, formato da sunniti e sciiti. Egli è un sunnita, ma apertamente sostenitore degli Hezbollah e della politica di Ahmadinejad e dell’Iran, il protettore del movimento radicale e guerrigliero.
 
Proprio ieri l’imam aveva criticato “coloro che tentano di gettare discredito sulla visita del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, dando ad essa un carattere confessionale”.
 
Malas, che è imam alla moschea di Al Minieh, ha ricevuto la proibizione di predicare, dopo le rimostranze di molti fedeli sunniti contro le sue omelie, ritenute troppo favorevoli al partito Hezbollah.
 
Questa di Ahmadinejad è la prima sua visita in Libano dal tempo della sua prima elezione nel 2005 e durerà due giorni. Nel suo programma vi è anche la visita al sud Libano, alla frontiera con lo Stato d’Israele dove Hezbollah prosegue la sua guerra di resistenza contro “lo Stato sionista”.
 
Molti libanesi si sono espressi contro la visita del presidente iraniano accusandolo di “ingerenza” e di voler trasformare il Libano in una “base iraniana” contro Israele.
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