Esplode la protesta degli operai sfruttati da Pechino
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – E’ di tre feriti gravi (tra cui un cinese) e danni agli edifici e alle attrezzature il bilancio delle proteste di ieri alla fonderia di rame di Chambishi a Kitwe (Zambia), quando circa 500 lavoratori hanno lanciato sassi e assalito i dirigenti cinesi, costringendoli a barricarsi negli uffici. Ci sono stati scontri con la polizia, che ha impedito che i locali fossero incendiati. Dopo le devastazioni i dimostranti hanno lasciato la zona e i sindacati locali hanno ripreso la trattativa con la proprietà cinese per migliorare salari e condizioni di lavoro.
Lo sciopero dei minatori è iniziato il 3 marzo quando hanno visto l’insuccesso delle trattative sui salari, che adesso sono di circa 80 dollari al mese e che gli operai chiedono di portare tra i 325 e i 400 dollari. Anche se il segretario della ditta cinese, Sun Chuanqi, risponde che la trattativa è ancora in corso.
La fonderia in costruzione, per un investimento di 200 milioni di dollari, fa parte di un progetto cinese di 900 milioni nella zona mineraria di Chambishi, che gode di speciali esenzioni fiscali. Il rame è la principale risorsa dello Zambia e procura molti posti di lavoro e questi giacimenti possono produrre milioni di tonnellate annue di minerale per circa 25 anni.
Teddy Chisala, rappresentate dei lavoratori, dice che “i cinesi non rispettano la leggi dello Zambia sul lavoro”. Da anni i minatori accusano i cinesi di sfruttamento, per le pessime condizioni di lavoro e i bassi salari. Nel 2005 un’esplosione in una miniera, ritenuta conseguente allo scarso rispetto delle misure di sicurezza, ha provocato almeno 50 morti. Nel luglio 2006 i minatori hanno assalito la miniera quando la proprietà non ha rispettato i concordati aumenti salariali: la polizia ha sparato sui dimostranti. Nel 2007 il presidente Hu Jintao, in visita in Zambia, ha dovuto annullare la prevista tappa presso la miniera, per evitare proteste di massa. (PB)
05/02/2007
06/06/2017 08:41